Il dibattito sulla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, ha riservato una autentica sorpresa, sia pure per un particolare che, a prima vista, si potrebbe ritenere marginale. Ma non lo è.
L’avv. Luigi Mazza, capogruppo del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, temendo che le azioni Carisp, attraverso l’emissione di obbligazioni convertibili in azioni per 70 milioni di euro, finiscano in quantità incontrollate in mani indesiderate, ha proposto un tetto per ogni acquirente ed ha proposto che l’acquirente sia persona fisica. Solo persona fisica
Non ammettere all’acquisto le persone giuridiche è veramente sorprendente da parte dell’avv. Mazza, strenuo difensore dell’anonimato societario, fatto sopravvivere, anche dopo l’abolizione delle società anonime, col trucco delle fiduciarie.
Invano, per esempio, per rimanere nel settore bancario, si è lottato perché negli Statuti sia della Cassa di Risparmio che della Cassa di Depositi e Prestiti di Faetano (poi Banca di San Marino), fosse messo il vincolo dell’assegnazione delle azioni solo a sammarinesi, registrati con nome e cognome nel libro soci.
Nel 1997, ancor della trasformazione dei due suddetti enti in fondazione ed azienda bancaria (anno 2000) era stata presentata una Istanza d’Arengo (regolarmente bocciata):
“I sottoscritti preoccupati per
i fenomeni che si sono verificati negli ultimi decenni nell’assetto delle
proprietà chiedono che (…) le azioni della Cassa di
Risparmio della Repubblica di San Marino e della Cassa Rurale di Depositi e
Prestiti di Faetano – qualora detti enti decidano autonomamente di trasformarsi
in società per azioni – siano nominative, possano essere acquisite soltanto da
cittadini sammarinesi, e ogni cittadino sia messo nella condizione di poterle
comprare nella quantità massima che ente per ente sarà prefissata”.
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