La sede della Banca Centrale della Repubblica San Marino, nei giorni scorsi, è stata perquisita dai commissari della legge Alberto Buriani e Simon Luca Morsiani che (con la collega Antonella Volpinari) indagano su Conto Mazzini, con prelievo di molto materiale. In seguito il Direttore ed il Presidente dell’Istituto sono stati sentiti dagli stessi magistrati come testimoni. Eppure la politica tace. Tacciono anche le istituzioni.
A smuovere le acque, ancora una volta, è Luca Lazzari, consigliere indipendente, trattando in dettaglio di:
Mario Giannini – Direttore BCSM
Renato Clarizia – Presidente BCSM
Sergio Gemma
A questo punto si pone il dubbio gravissimo che i vari interventi di
ridefinizione degli assetti nel settore bancario – costati ai sammarinesi oltre
90 milioni di credito d’imposta, 105 milioni di titoli del debito pubblico più
svariate fidejussioni – siano stati dettati dagli interessi di un gruppo che non
s’è fatto scrupolo alcuno nell’approfittare della fiducia ricevuta, una fiducia
a cui si accompagnano retribuzioni da centinaia di migliaia di euro l’anno più
svariati benefit.
Che cos’altro deve accadere perché il Consiglio Grande e
Generale intervenga a difesa della Repubblica?
I sammarinesi non sono stati
forse derubati a sufficienza?
Anzitutto bisogna allontanare immediatamente i due
dal loro incarico; poi si deve chiedere conto delle responsabilità politiche di
chi, come nel caso del segretario di stato Pasquale Valentini, in questi anni li
ha sempre difesi a spada tratta; infine va aperto un serio dibattito sul ruolo
di Banca Centrale e sull’enorme centro di potere e di costo che è diventata.
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Luca Lazzari