San Marino. Dimissioni dalla Commissione pesante significato politico

San Marino. Dimissioni dalla Commissione pesante significato politico

Dimissioni dalla Commissione pesante significato politico

Nella sua replica, Domani Motus-Liberi, pur ritenendo che la notizia politica e di preminente interesse pubblico dovesse rimanere riservata, non smentisce tuttavia, quanto accaduto, e cioè che giovedì sera, alla riunione del Consiglio giudiziario plenario, la propria esponente, Carlotta Andruccioli, ha manifestato la volontà di valutare le proprie dimissioni dalla Commissione affari di giustizia di cui fa parte e, di conseguenza, dal Consiglio giudiziario plenario. Nella sostanza ha affermato che, per spirito di appartenenza alla maggioranza, avrebbe votato le decisioni da assumere – e in ballo c’era la cacciata dei giudici di appello invalidandone il concorso e del Commissario della legge Massimiliano Simoncini, decisione poi slittata – ma poi avrebbe valutato di rimettere il mandato. Circostanza che – se anche il partito si è affrettato il giorno dopo a contenere giurando fedeltà assoluta alla maggioranza, più per rassicurare gli alleati che per replicare ad una notizia che da replicare aveva ben poco – fa emergere un dato politico rilevante.

E’ rilevante perché pare che qualcuno cominci a nutrire qualche perplessità sulle determinazioni assunte in quelle sedi, con pesanti ingerenze politiche sulla magistratura. E’ rilevante perché nel giro di nove mesi sarebbe il terzo esponente di maggioranza che lascia la Commissione affari di giustizia.

Il primo, Filippo Tamagnini (Dc), ha lasciato l’incarico perché aveva già espresso posizioni critiche sulle posizioni della maggioranza in tema di giustizia. Il secondo, Iro Belluzzi, che addirittura aveva osato votare in coscienza e in dissenso rispetto agli ordini di scuderia della sua maggioranza, è stato prima costretto alle dimissioni e poi, pressoché contestualmente, è stato indagato per la famigerata lettera anonima e praticamente dato per spacciato da alcune componenti di Npr, salvo poi essere archiviato perché estraneo all’accaduto. Ma tanto è bastato per toglierlo di mezzo.

Tutte situazioni che fanno capire come chi tira le fila, nella maggioranza politica e fuori, non tolleri che i Consiglieri abbiano un pensiero proprio non allineato e non assoggettato a quanto già pianificato da chi comanda, a prescindere dal dibattito politico.

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