San Marino. “Dipartimenti, aumentiamo la spesa in un momento in cui siamo con le pezze al sedere”

San Marino. “Dipartimenti, aumentiamo la spesa in un momento in cui siamo con le pezze al sedere”

Rassegna Stampa – Ad affermarlo dai banchi della maggioranza è stato Iro Belluzzi che ha fortemente criticato l’emendamento del governo “Spediamo con soldi presi a prestito”

Dipartimenti, aumentiamo la spesa in un momento in cui siamo con le pezze al sedere

ANTONIO FABBRI Approvato nella notte l’articolo della discordia che  porta da 8 a 11 i Dipartimenti, ma per il governo è un pianto, perché diversi membri della maggioranza si dicono perplessi, se non addirittura contrari all’emendamento e, al momento del voto, in diversi si astengono e non sono in aula.

Brutto segnale.  Eloquente l’intervento di Iro Belluzzi di Libera: “L’emendamento che stiamo affrontando – ha detto – in tanti della maggioranza crea una sofferenza nel doverlo votare. Il governo che lo ha voluto fortemente, o una forza politica che lo ha voluto fortemente, in tale modo dimostra di non avere una visione differente se non quella di ritornare al passato. Perché qui si ritorna al passato, punto e basta.

Ero all’opposizione quando venne approvata la legge di riforma della Pubblica amministazione 188 del 2011. La Dc era in maggioranza, Gian Nicola Berti era in maggioranza e c’era Ap con l’allora segretario Valeria Ciavatta. Si andavano a sancire temi fondamentali. La Dc che appoggiava un progetto interessante che andava verso la separazione tra amministrazione e potere politico. Oggi, dopo 13 anni, torniamo indietro, andando ad aumentare gli oneri per lo stato con costi estremamente importanti; abbiamo dimenticato anche la semplificazione normativa. Dipartimenti più piccoli avrebbero portato semplificazione. Vorrei ricordare che a fianco di quel progetto del 2011 c’era la previsione di emissione di un decreto per ristrutturare le Segreterie di Stato, che non è stato mai affrontato perché troppo oneroso. Invece oggi andiamo ad affrontare temi che aumentano la spesa pubblica in un momento in cui siamo con le pezze al sedere, perché tutto quello che spendiamo lo facciamo con soldi presi a prestito. Abbiamo un debito enorme nei confronti dell’esterno”. Alla fine il consigliere Belluzzi ha affermato che per rispetto della maggioranza avrebbe votato ugualmente l’emendamento pure se “con grande difficoltà”, ma ha aggiunto: “se ci sarà qualche altro che terrà le posizioni mie voterò contrario o mi asterrò”. E in effetti alla fine sono stati diversi in maggioranza a non votare quell’emendamento. Tra gli altri anche Vladimiro Selva da Libera aveva espresso perplessità sostenendo comunque il sostegno all’emendamento seppure in maniera “non convinta”.

Poco prima era intervenuto Nicola Renzi capogruppo di Rf, richiamando la riforma della Pa del 2011, cui ha fatto in seguito riferimento anche Iro Belluzzi. “Quando è stata fatta la riforma della Pa – ha detto Renzi – erano tempi in cui a spendere i soldi si stava attenti. Oggi sembra invece che i soldi piovano dal cielo. Siamo indebitati fino alla fine, abbiamo sentito dire no a molti emendamenti che avevano magari una spesa molto inferiore rispetto a questo e sarebbero andati direttamente a dare delle risposte alle famiglie, ma no, la priorità del governo invece è questa”. A riassumere la varietà di posizioni della maggioranza, è Matteo Zeppa di Rete: “Il Segretrio di dice che i nuovi direttori di dipartimento non aumenteranno i costi. Poi interviene Iro Belluzzi che dice che i costi saranno enormi. Poi Marinella Chiaruzzi dalla Dc ci dice che è tutto chiaro. Poi si passa a Manuel Ciavatta che ci dice stiamo valutando il personale e stiamo valutando i costi… quindi sempre una posizione estremamente vaga. Per poi passare al colpo di teatro del collega Matteo Rossi dicendo che questa mini riforma autoritaria del governo serve in virtù del negoziato con l’Europa. Penso, però, che sia passato molto sottotraccia, in replica il consigliere Iro Belluzzi dice che non ci sta a certe manovre, perché sono imposizioni di chi è fuori dal Consiglio. Quindi non siamo neanche di fronte a un governo autorevole, e tanto meno ma autoritario in questo caso, bensì di fronte a un governo che è evidentemente succube. Qualcuno qui ha dovuto dividere la torta e se fossi in voi colleghi di maggioranza chiederei spiegazioni su chi ha spinto per portare un provvedimento del genere”.

Il segretario Pedini Amati se la prende con le voci critiche della sua maggioranza, provenienti per lo più da esponenti della sua stessa coalizione: “La scelta non è del governo, è della maggioranza – dice – Questo impegno lo avevamo preso tutti insieme all’inizio della legislatura, una conditio sine qua non prima di fare le segreterie di stato”. Rigetta l’accusa di presunti registi esterni “Così si offende il segretario e il partito: non siamo dei ‘baldacci’ che veniamo gestiti a vario titolo da Tizio o da Caio”.

Alla fine l’emendamento è stato approvato e porterà un aggravio di costi, secondo qualcuno, per svariate centinaia di migliaia di euro per lo stato. Si vedrà. Vero è che, nonostante il via libera a maggioranza, dal dibattito sono emersi segnali confortanti per la maggioranza.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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