San Marino e la fase 2 della voluntary disclosure: verifiche su chi non ha aderito al rimpatrio protetto

San Marino e la fase 2 della voluntary disclosure: verifiche su chi non ha aderito al rimpatrio protetto

La Repubblica di San Marino potrebbe essere coinvolta nello sviluppo ulteriore della «voluntary disclosure» non prima, però, di Lussemburgo e Svizzera e comunque di  altri, dato il peso modesto che ha avuto nella intera operazione, come si vede dal quadro pubblicato da Corriere della Sera.

Mario Sensini di Corriere della Sera:  La fase due: verifiche su chi non ha aderito al rimpatrio protetto / Capitali all’estero, parte la caccia a chi non li ha riportati in Italia / La mossa L’erario chiederà al Lussemburgo nomi e dati di italiani titolari di conti correnti nel Paese

La fase 2 della «voluntary disclosure», l’autodenuncia dei capitali detenuti illecitamente all’estero, sta per partire. E avrà molto poco di volontario perché, chiusa la finestra per il rimpatrio protetto dei capitali, il Fisco è pronto a mettere in campo tutti i suoi nuovi strumenti, a cominciare dallo scambio di informazioni diretto con gli altri Paesi per stanare gli irriducibili.
La prima mossa dell’Agenzia delle Entrate dovrebbe essere una richiesta alla sua omologa del Lussemburgo, per conoscere nomi e dati dei contribuenti italiani titolari di conti correnti e attività finanziare nel Paese. Grazie all’accordo
siglato nel 2012 sulla base degli standard Ocse, l’Agenzia può avanzare richieste di informazioni su «gruppi di contribuenti», senza indicarne i nominativi, per i quali esiste una presunzione di evasione.
Basterà poi incrociare i dati sui conti bancari degli italiani presenti in Lussemburgo dal 2014, o quelli chiusi nel frangente, con quelli della «voluntary disclosure» per individuare i recidivi
.  (…) Con le 130 mila domande di adesione alla «voluntary disclosure» sono emersi 60 miliardi di capitali detenuti all’estero. Il gettito atteso quest’anno è di 4 miliardi di euro.

 

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