San Marino e la libertà di stampa. Una vergogna evitata

San Marino e la libertà di stampa. Una vergogna evitata

Il governo della  Repubblica di San Marino ha evitato – per un pelo? – di varare una legge sulla libertà di stampa che, in materia,  avrebbe fatto precipitare il Paese fra gli ultimi degli ultimi.
Ci si riferisce alla proposta di legge Iro Belluzzi,  con cui si tentò di  aggiungere il cappio al bavaglio introdotto da Ivan Foschi, all’interno di un progetto ‘pluto komunista‘.
Progetto  solo in parte attuato. Altrimenti il conto Mazzini sarebbe esploso?

Come si ragioni, in materia di libertà di stampa a livello europeo, lo si può evincere dalla lettera dell’avv. Caterina Malavenda al Corriere della Sera, che tratta di una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha visto sul banco degli imputati la Svizzera. 

La Corte di Strasburgo ha, infatti, condannato la Svizzera — che disciplina la materia in modo abbastanza simile a quel che avviene in Italia — per violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea, avendo i giudici interni sanzionato un giornalista che, occupandosi di un grave incidente, aveva divulgato atti istruttori che erano stati secretati.
Ha ricordato, infatti, ancora una volta, che i giornalisti hanno il diritto non solo di pubblicare tutte le notizie sulle indagini penali, di cui vengono in possesso, ma anche di scegliere le modalità con le quali farlo, le più efficaci per rendere le informazioni facilmente fruibili.
Il divieto assoluto — e tali sono quelli vigenti in Italia — di pubblicare atti di indagine e di farlo, adottando la tecnica più efficace, infatti, limita non solo il diritto ad informare, ma anche quello ad essere informati.
La sentenza — e sembrerà strano ai novelli censori — ha ritenuto l’ingerenza esercitata dallo Stato elvetico non necessaria in una società democratica, che deve tutelare soprattutto il fondamentale ruolo della stampa
.

Leggi l’intera lettera pubblicata dopo le 23


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