San Marino. E se fosse lo Stato a fare causa alla Fondazione e alla Sums?

San Marino. E se fosse lo Stato a fare causa alla Fondazione e alla Sums?

L’informazione di San Marino

Le garanzie sul prestito pubblico di 60milioni vennero ridotte senza giustificazione giuridico-autorizzativa

E se fosse lo Stato a fare causa alla Fondazione e alla Sums? 

Nella relazione dei professionisti incaricati dal passato governo emblematica l’approvazione della riduzione di capitale in danno dell’eccellentisima camera

Antonio Fabbri

La Sums nell’assemblea di sabato ha dato mandato per procedere contro “chi abbia eventualmente procurato un danno in capo alla Cassa di Risparmio e ai diritti statutari e di legge della S.U.M.S. stessa” e la Rtv ha titolato: “Sums: Assemblea Soci dà mandato a Presidente e Direttivo per tutelare gli interessi della Società contro lo Stato”.

La domanda sorge spontanea: e se fosse lo Stato a fare causa alla Sums e a chi possa aver danneggiato Cassa di Risparmio e gli interessi della collettività?

La vicenda potrebbe avere seri risvolti a colpi di carta bollata. Di elementi per valutare azioni legali a tutela dello Stato, e quindi di tutti, ne emergono parecchi dalla nota relazione dell’agosto 2016 richiesta dal passato governo sulla partecipazione dello Stato a sostegno di Cassa di Risparmio. 

C’è un episodio, per esempio, che ha fatto svanire in un colpo, con l’avallo da parte dell’Assemblea di Cassa, formata dai soci Fondazione San Marino e Sums, le garanzie fornite per i soldi prestati dallo Stato.

Il documento rileva, insomma, come alcune deliberazioni dell’Assemblea di Cassa abbiano fatto venire meno le garanzie a tutela dello Stato, in particolare viene ricostruito il caso del finanziamento da 60 milioni. Nell’agosto del 2012, infatti, lo Stato ha concesso alla Fondazione San Marino Cassa di RisparmioSums un   finanziamento di 60milioni per permettere alla Fondazione stessa di procedere all’aumento di capitale della Cassa.

A garanzia di questo finanziamento concesso con scadenza a 7 anni, la Fondazione ha iscritto pegno a favore dello stato sul 100% delle azioni di Carisp. L’aumento di capitale è stato effettuato a settembre 2012: la Fondazione ha versato 70milioni, 60 dei quali prestati dallo Stato, e la Sums, che quindi è entrata nella compagine sociale, ne ha messi dieci. Soci, a quel punto, erano Fondazione e Sums. Nel maggio del 2013, però, l’Assemblea dei soci ha deliberato una riduzione del capitale sociale causa perdite e il valore delle azioni è crollato da 23 a 6 euro ciascuna. Così il capitale sociale è stato ridotto a poco più di un quarto e con esso anche le garanzie prestate all’Eccellentissima Camera sui 60milioni di finanziamento.

Lo Stato ha quindi visto ridursi senza “alcuna motivazione giuridicoautorizzativa” la propria garanzia sui 60 milioni prestati. A questa ci sarebbe da aggiungere l’utilizzo di una cospicua parte degli 85milioni, sempre dello Stato, che dovevano essere utilizzati per aumento di capitale, usati invece per coprire le perdite. Chi risponde di questi danni subiti dallo Stato e dalla collettività? Parrebbe, a ben vedere, che possa a buon titolo essere lo Stato – che rappresenta tutti e non una cerchia ristretta – a chiedere i danni e presentare il conto agli altri soci di Cassa.

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