San Marino. Ecso: non solo lacrime e sangue, ma sviluppo

San Marino. Ecso: non solo lacrime e sangue, ma sviluppo

ECSO: non solo lacrime e sangue, ma sviluppo.

 

Secondo l’ FMI San Marino detiene il record mondiale negativo di contrazione dell’economia, vuol dire che il nostro PIL si è ridotto del 25% dall’inizio della crisi. Nessun paese al mondo ha avuto una contrazione del genere e a dire il vero, un paese normale avrebbe già dichiarato default da parecchio tempo.

Il fatto di non essere ancora falliti come Stato è qualcosa di straordinario, ma non è dettato dalle manovre di austerity della nostra classe politica, ciò è stato possibile grazie all’accumulo di liquidità negli anni precedenti alla crisi, riserve finanziarie che ormai sono state bruciate e ora per poter sopravvivere occorre trovare nuove vie per ritornare a generare risparmio.

L’FMI sostiene che la situazione di San Marino sia molto difficile in particolare perché l’Italia è in recessione, i cittadini hanno poca capacità di spesa, quindi i beni e servizi prodotti in Repubblica non trovano sbocco in Italia e in secondo luogo perché siamo ancora in Black List.

Nel 2013 avremo ancora un calo del PIL nell’ordine del 3-4% e ancora non sono state adottate misure per contrastare queste previsione. Siamo in emergenza ma il mondo politico non lo ha ancora capito.

Sentiamo spesso pronunciare da noti esponenti politici che San Marino dovrà fare dei sacrifici, ci dovranno essere lacrime e sangue e che le tasse dovranno aumentare, ma stranamente pochissimi parlano di sviluppo, di come rilanciare nuovi settori dell’economia e come attrarre nuove imprese.

Uno Stato con poco più di trenta mila abitanti, dovrebbe avere una rapidità legislativa e un’agilità burocratica senza pari nel mondo, invece siamo più lenti e più burocratici dell’elefante Italia. Com’è possibile tutto ciò? Perché siamo arrivati a questo?

Sappiamo tutti che San Marino deve cambiare, lo dicono i politici, lo dice la popolazione, ma di fatto sono tutte chiacchere, finora non è cambiato nulla, anzi si continua a non fare nulla per cambiare la situazione.

Prima di tutto il nostro paese deve cambiare la mentalità delle persone, a tutti i livelli, questa è una condizione imprescindibile al cambiamento. Deve cambiare anche la politica che non può più essere l’espressione del partito che sovrasta gli individui. Occorre più trasparenza, collaborazione e partecipazione nel processo decisionale, occorre un’unità nazionale per uscire da questa crisi culturale ed economica.

I passaggi per rilanciare la nostra economia sono ormai noti, basta avere la volontà di applicarli, volontà che non sembra esserci dal momento che sono stati istituiti a tale scopo e poi rimandati pseudo tavoli tecnici.

Occorre una riforma fiscale, una spendig review che tagli gli sprechi e le spese folli dell’apparato pubblico, occorre intervenire sulla PA, sulla sua razionalizzazione ed efficienza e dove necessario privatizzare alcuni settori non strategici, ma soprattutto e cosa più importante occorre agire sull’economia, sullo sviluppo, sul rilancio. Dobbiamo partire con l’incentivo del commercio e turismo che sono i settori con i quali più velocemente possiamo incrementare le entrate dello Stato, incrementiamo la scontistica sulla Smac Card, concediamo la residenza a chi vuole operare ed investire nel nostro paese, sviluppiamo il settore delle telecomunicazioni, attiriamo nuove startup ad alto contenuto tecnologico da tutto il mondo, detassiamo i fondi d’investimento per chi investe in tecnologia, ricerca e sviluppo, sviluppiamo il sistema sanitario non solo rivolto alla cittadinanza interna, ma con servizi d’eccellenza per l’esterno.

Di possibilità ce ne sono tante, ma quello che è importante capire è che non esistono solo tasse e sacrifici per risollevare il bilancio dello Stato.

All’interno di ECSO sono presenti numerose persone preparate e tecnici che a costo zero possono prestare servizio al paese, perciò in questo comunicato ribadiamo la nostra disponibilità immediata per la rinascita del nostro Stato.

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