San Marino fa di Rimini la ‘Capitale dello Scudo’. Alessandra Leardini, Corriere Romagna San Marino

San Marino fa di Rimini la ‘Capitale dello Scudo’. Alessandra Leardini, Corriere Romagna San Marino

Alessandra Leardini di Corriere Romagna San Marino: I dati Bankitalia tracciano un quadro evidente. Solo in Carim 229 mln di euro / La capitale dello Scudo / Depositi in banca, a Rimini record italiano dell’incremento

(…) Se sui giornali finiscono solo gli imprenditori, tutte le categorie – chi più, chi meno – hanno sfruttato la sanatoria. A Banca Carim, risultata terza tra tutti gli istituti di credito italiani per somme rimpatriate, “oltre il 90%, circa 229 milioni di euro, è arrivato da San Marino” come spiega il capo divisione business Guglielmo Mazzarino. Per il resto i deflussi sono arrivati per lo più dalla Svizzera e, in misura molto minore, da Lussemburgo.

Lo Scudo prevedeva il rimpatrio effettivo (rientro fisico dei capitali, la grande maggioranza) ma anche quello giuridico con la possibilità di denunciare il capitale, pagare l’imposta e mantenere il bene all’estero, sia nel caso di immobili che per titoli e obbligazioni.

“In ogni caso chi poteva smobilizzare lo ha fatto” sottolinea Mazzarino. In seguito allo Scudo, San Marino ha perso quasi 5 miliardi di euro (4,753) secondo i dati della Banca Centrale. L’afflusso sul Riminese è stato abbondante. Secondo recenti indagini pubblicate da Il Sole 24 Ore, fra tutte le province italiane, Rimini è quella che detiene il record nazionale per quanto riguarda l’incremento dei depositi bancari negli ultimi quattro anni.

Dal 31 dicembre 2007 al 30 maggio 2011, la provincia ha visto crescere di quasi il 20% i depositi medi per famiglia, con un importo da 25.630 a 32.445 euro. E questo in netta controtendenza rispetto alle “cugine” romagnole: Ravenna -1,2%, con una media di 22.086 euro e Forlì- Cesena, -3.7%, a quota 26.981. Se si considerano i depositi bancari complessivi in provincia, Rimini sale dai quasi 5 miliardi di euro del 30 giugno 2009 (4,967) ai 5,5 miliardi al 31 dicembre 2009 (+12%) fino a raggiungere i 5,6 miliardi di euro al 30 giugno 2010 (i termini per lo scudo fiscale, compresa la proroga, sono scaduti a febbraio 2010) con un ulteriore aumento dell’1,20%. Ma la cosa più interessante è che i depositi nel Riminese sono lievitati molto più della media regionale: al 30 giugno 2009 Rimini segna un +6,35% contro il -1,25% regionale; alla fine di quell’anno l’aumento registrato nel Riminese è quasi il doppio (+12,19 contro +6,84) mentre nei primi sei mesi del 2010 Rimini continua a crescere (+1,2%) mentre la regione scende (-2,81%).

Certo, sul totale dei depositi locali ha influito l’entrata dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia, ma lo scudo fiscale non può non avere giocato un ruolo rilevante. Nel Riminese l’incremento maggiore nei depositi si è registrato proprio nel 2009 (quasi il 20% in più rispetto al 2008), anno d’impatto dello scudo.

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