San Marino è sotto battuta perché l’Italia ha bisogno di ottenere il massimo dalla voluntary disclosure.
L’operazione denominata Torre d’Avorio l’ha inaugurata la Guardia di Finanza di Roma il 6 agosto 2015 con un grande rilievo mediatico. Poi ne trattarono Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera e Giacomo Amadori su Libero. Successivamente: Corriere di Bologna, Corriere Fiorentino, Il Tempo con un titolone in prima pagina e altri.
E’ di questi giorni una ripresa dell’operazione mediatica a seguito dell’articolo di Paolo Biondani su L’Espresso e Repubblica e di Marco Mobili su IlSole24Ore.
Il Fatto Quotidiano, riprendendo l’articolo dell’Espresso, conclude con questo messaggio indirizzato esplicitamente agli abitanti della Repubblica di San Marino: Questa, peraltro, è solo la fase uno dell’inchiesta condotta dal procuratore capo Sergio Sottani: la due riguarderà altri 11 miliardi di euro che, al contrario, sono stati accreditati in Italia da 29mila soggetti di San Marino e 953 di altri Paesi.
Biondani su L’Espresso aveva scritto: E così, nei terminali della caserma di piazza Dante a Forlì, ora c’è il quadro totale dei movimenti bancari dal 2006 al 2014, per un totale lordo pari a 33 miliardi di euro. Ovvero: tutte le uscite dall’Italia a San Marino, con cifre e nomi dei beneficiari. E viceversa: tutti i destinatari degli 11 miliardi accreditati in Italia, nello stesso decennio, da altri 30 mila soggetti, cioè da 29 mila sanmarinesi e 953 stranieri. Tra questi potrebbero nascondersi rappresentanti legali o prestanome di evasori italiani. Oppure politici corrotti, pirati dell’economia o criminali stranieri.