SAN MARINO. Ad un anno dalla scomparsa (6 maggio 2013) del noto politico italiano, San Marino Fixing pubblica nelle pagine di cultura del settimanale in uscita domani 1 maggio l’orazione che Giulio Andreotti tenne davanti ai Reggenti diversi anni fa.
San Marino Fixing: L’orazione ufficiale che il celebre politico italiano tenne davanti ai Reggenti / Andreotti: “San Marino, un vero faro di libertà” / “La vostra Repubblica rappresenta un esempio di autentica civiltà”
Considero un grande onore il prendere la parola nel ricorrente momento bi-annuale nel quale la vostra Repubblica riafferma rigorosa fedeltà ai suoi liberi ordinamenti: con un suggestivo cerimoniale che non è forma, ma sostanza di una tradizione gelosamente custodita; un rito civile del quale la parte religiosa non è affatto sovrastrutturale o marginale. Errate concezioni di una presunta modernità fanno dimenticare talvolta i valori perenni della storia e il necessario fondamento etico di ogni autentico moto di sviluppo civile e sociale.In alcuni momenti – e talvolta di non breve durata – contrapposizioni temporaliste hanno accentuato i motivi di divisione, ma in tempi più o meno lunghi le tensioni si attenuano, le passioni si domano e l’equilibrio torna a governare. Così, se è ineccepibile, nel ricostruire la vostra storia, esaltare il momento coraggioso di ospitalità prestata a Garibaldi e ai suoi uomini reduci dalla sconfitta Repubblica Romana, questo lo si può fare ora senza alcuna implicazione polemica nei confronti della Santa Sede. Senza riandare ai tempi di due cardinali – l’Albornoz e l’Alberoni, qui ricordati non per loro attività pastorali – è fuor di dubbio che la frammentata situazione geopolitica dell’Italia a metà del secolo diciannovesimo non consentiva a Pio IX di rinunciare al potere temporale, che si sarebbe concluso militarmente a Porta Pia il 20 settembre 1870 e diplomaticamente cinquantanove anni dopo, con i Patti Lateranensi di cui, non a caso, la Repubblica Italiana ha voluto fare esplicita menzione nella Carta costituzionale. Giova anche ricordare che un illuminato Pontefice, Paolo VI, non esitò a dichiarare che la liberazione dagli affanni della cosa pubblica era stato un dono fatto da Dio alla sua Chiesa. (…)
Giulio Andreotti