“Contagi da coronavirus in aumento nei luoghi di lavoro”.
L’allarme lo lanciano, attraverso un comunicato, i segretari della Federazione Industria della Centrale sindacale unitaria, Paride Neri (Flia-Cdls) e Agostino D’Antonio (Fuli-Csdl), che “negli ultimi giorni hanno ricevuto svariate segnalazioni da parte di lavoratori che denunciavano casi di contagio fra i colleghi”.
Tra le cause dell’impennata di infezioni, Neri e D’Antonio indicano le modifiche delle regole sulla quarantena: “Alcuni casi segnalati riguardano persone asintomatiche che, pur essendo in attesa dell’esito del tampone di un famigliare, hanno continuato a lavorare salvo poi scoprire di essere stati a loro volta contagiati“.
Ma soprattutto, riporta la nota, puntano il dito sulle nuove disposizioni introdotte dall’ultimo decreto anti-Covid riguardo gli obblighi da adottare per il lavoro da casa. A dirlo sono i numeri: in questo mese di marzo sono circa 400 i lavoratori che lavorano a distanza, contro i 3.880 di marzo 2020 durante la prima ondata pandemica.
“La ragione di una simile differenza – sottolineano i segretari della Federazione Industria Csu – va ricercata nel differente contesto, ma principalmente nei contenuti dei rispettivi decreti. Quello in vigore nello stesso periodo del 2020, infatti, oltre a prevedere il lavoro a domicilio, stabiliva l’obbligo di riduzione del 50% dell’organico all’interno delle aziende e la possibilità per il dipendente di astenersi volontariamente dal lavoro e accedere alla cassa integrazione. La combinazione di queste diverse disposizioni, più di ogni altra cosa, ha spinto le aziende, anche quelle più restie, a preferire il ricorso al lavoro a domicilio piuttosto che vedere ulteriormente ridotta la propria capacità operativa“.
Altra nota dolente dell’ultimo decreto, spiegano i segretari Fli-Csu, “è stata la scelta di chiudere le mense lasciando aperti bar e ristoranti, aumentando così il rischio di assembramenti dei lavoratori durante la pausa pranzo“.
Per questo, concludono, “su modalità delle quarantene, lavoro a domicilio e pianificazione aperture-chiusure è opportuno ristabilire le norme in vigore durante la prima ondata pandemica“.
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