San Marino. Fuli-Csdl: “No al lavoro interinale e al precariato!”

San Marino. Fuli-Csdl: “No al lavoro interinale e al precariato!”

La relazione del segretario uscente Agostino D’Antonio ha aperto i lavori del 15° Congresso Fuli-Csdl. Dopo un sentito ricordo delle 92 vittime del Covid ed un orgoglioso riferimento alla partecipazione di una delegazione Csdl alla grande manifestazione antifascista della Cgil svoltasi a Roma il 16 ottobre scorso, D’Antonio si è soffermato sui temi più sensibili per il settore industria, partendo dallo stato di salute della Federazione. Lo riporta una nota della Fuli-Csdl.

Dal novembre 2018 ad oggi sono 340 i nuovi lavoratori iscritti alla Fuli-Csdl, per un totale di 2.043 aderentisegretario uscente della Federazione unitaria lavoratori industria della Confederazione sammarinese del lavoro, Agostino D’Antonio -. La forza lavoro complessiva di tutti i settori era di 21.861 unità, mentre a settembre 2021 è di 20.420 addetti, di cui il 31% è del settore manifatturiero. Le aziende manifatturiere sono passate dalle 517 del 2018 alle 480 nel 2021. Siamo passati da 5.943 lavoratori nel 2018 (il 41% frontalieri), di cui 4.463 maschi e 1.480 donne, a 6.551 lavoratori nel 2021, di cui 4.968 maschi e 1.603 donne. I disoccupati a gennaio 2018 erano 425 maschi e 950 donne, a settembre 2021, di cui 291 maschi e 773 donne. È indiscutibile che ci sia stato un miglioramento, e sicuramente si potrà fare ancora meglio vista la ripresa economica che stiamo vivendo”.

“Detto ciò – commenta il segretario della Fuli-Csdl -, non è affatto vero che i sammarinesi sono vagabondi, come un politico ha lasciato intendere nei mesi scorsi, tanto è che molti disoccupati si sono trovati il lavoro da soli. Le donne fanno fatica ad essere ricollocate per i pregiudizi e per gli orari che spesso non contemplano le necessità famigliari, per non parlare delle proposte d’inquadramento ai livelli più bassi. La maggior parte non sono rifiuti all’avviamento al lavoro, ma è l’impossibilità ad accettare quel lavoro piuttosto che altri. È legittimo che un cittadino cerchi sempre di migliorare le sue condizioni di vita anche lavorativa e che venga riconosciuto, a chi ha studiato o ha le competenze ed esperienza lavorativa, il giusto e dignitoso inquadramento professionale. Un futuro che non lo si costruisce consegnando le pizze a domicilio, con lavori precari e tanto meno con il lavoro interinale, quello che abbiamo duramente combattuto e respinto anni fa: se ce ne sarà bisogno lo rifaremo sul nascere. Dobbiamo respingere la logica secondo per attrarre imprenditori a San Marino occorre affermare condizioni al ribasso dei lavoratori“.

Ora sono iniziati i primi incontri con il segretario di Stato per il Lavoro, Teodoro Lonfernini, per la riforma del mercato del lavoro. “È il quinto segretario di Stato consecutivo – ha affermato D’Antonio – che mette mano alle normative del mondo del lavoro. Entro dicembre il nuovo progetto di legge lo vogliono portare in prima lettura. Noi diciamo che siamo d’accordo a redigere un testo unico, perché ormai la legislazione sul lavoro è diventata una giungla, ma ci poniamo l’obiettivo di introdurre delle norme rigide affinché le aziende assumano i disabili e le persone di più difficile collocazione, e vogliamo che l’ufficio di collocamento e l’ispettorato continuino ad essere pubblici e siano messi in condizioni di operare. Diciamo No al lavoro interinale e quindi al precariato, perché questi indeboliscono la democrazia. Vogliamo anche più sicurezza sui posti di lavoro. Su quest’ultimo tema è partito il confronto, i presupposti devono essere quelli di una armonizzazione con le norme europee. Se in Italia ci sono due vittime al giorno, noi non siamo indenni dal problema. L’Unita operativa della Medicina sul Lavoro e della Sicurezza Antinfortunistica devono essere messe nelle adeguate condizioni per il controllo e il monitoraggio di ben 5.036 società. La salute e sicurezza devono diventare un vincolo e non un costo“.

Puntualizza ancora D’Antonio: “Tutti gli altri Congressi di Federazione hanno parlato dei contratti che bisogna rinnovare. Alcuni da due anni altri addirittura da dieci. Il nostro scade a fine anno. I contratti sono la garanzia non solo per il mantenimento del potere d’acquisto delle retribuzioni, ma anche per il riconoscimento del ruolo del lavoratore, delle sue necessità dal punto di vista sociale e normativo. Rinnovare i contratti è dare ‘valore al lavoro’, lo slogan del nostro Congresso Confederale”.

Il segretario della Fuli-Csdl ribadisce che la piattaforma contrattuale e i contratti si faranno unitariamente nell’ambito della Centrale sindacale unitaria, “come sempre è stato per 45 anni; non ho mai pensato ad altri scenari, almeno nella nostra Federazione unitaria lavoratori industria, questo anche in virtù della legge sulla rappresentatività. Sui temi da affrontare abbiamo già cominciato a parlarne, in particolare su quelle criticità o distorsioni che vanno rimosse e chiarite con gli industriali. Teniamo conto che l’inflazione si è mossa al 2.5%, mentre il Pil sale al 5,5%. Oggi si formerà il nostro nuovo direttivo e successivamente presenteremo la piattaforma ai lavoratori; nei primi mesi del prossimo anno dovremmo convocare molte assemblee”.

Inoltre, D’Antonio sottolinea la necessità di “effettuare una verifica sullo stato dei rapporti unitari ma anche un confronto fra tutte le organizzazioni sindacali sammarinesi sui grandi temi. Abbiamo combattuto sui posti di lavoro per difendere il contratto collettivo erga omnes da chi voleva fare i contratti aziendali esclusivamente nelle grandi aziende. Sul tema dell’unità voglio essere chiaro: non sarà certo la Fuli-Csdl a rompere i rapporti unitari e tanto meno la contrattazione unitaria”.

Rispetto alla riforma fiscale del 2013, “ci sono aspetti importanti che non sono stati portati a termine: la nascita di un organo di controllo dei redditi che certifichi chi paga e chi no, e la certezza che chi non versa al fisco debba pagare le multe. Se qualcuno pensa che è meglio avere un Paese senza un organismo come la Guardia di Finanza per attirare e trattenere capitali e patrimoni, magari grazie anche al segreto bancario interno, deve dire pubblicamente ai lavoratori, ai pensionati e ai piccoli risparmiatori che se pagano sempre più di tasse in futuro sarà per colpa di chi evade o dichiara redditi nulli. Un organo di controllo o di accertamento è quello che invece ci vuole in un Paese democratico e civile”.

Sulle pensioni, ha affermato il segretario uscente della Federazione unitaria lavoratori industria della Confederazione sammarinese del lavoro: “Ci sono alcuni punti fermi da sostenere: il contributo dello Stato deve continuare ad esserci, e nel tempo dovrà aumentare per mantenere in equilibrio il primo pilastro. Il secondo pilastro così non funziona. Nonostante sia arrivato in neanche 10 anni a 150 milioni di euro, non rende abbastanza, troppe sono le spese di gestione. Bisogna che chi contribuisce a quel fondo lo gestisca in maniera autonoma e con maggiore rendimento. Va previsto un riconoscimento alle donne o a chi rinuncia al tempo pieno per comprovati motivi familiari, e vanno considerati i lavori usuranti e logoranti. Va rivista anche la possibilità che uno prenda in pensione più soldi di quando andava a lavorare”.

I lavori proseguono con il dibattito nel pomeriggio, con gli interventi del segretario generale Giuliano Tamagnini e del segretario confederale Enzo Merlini, che svolge la relazione conclusiva, per poi passare all’approvazione della risoluzione conclusiva e alla votazione per l’elezione del nuovo consiglio direttivo della Federazione unitaria lavoratori industria della Confederazione sammarinese del lavoro.

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