Non e’ possibile passare alla fase di sviluppo del Paese, senza prima
procedere alla normalizzazione dei rapporti con l’Italia.
Questo, in
sintesi, il messaggio che il mondo imprenditoriale e sindacale
sammarinese lancia alla politica, nel corso del forum “San Marino
Futura“, organizzato dalla segreteria di Stato per il Lavoro ieri
pomeriggio al Teatro Titano.
Lo riferisce l’Agenzia Dire-Torre1
Nel suo riferimento, il presidente dell’Ordine dei dottori
commercialisti, Marino Albani, ricorda le difficolta’ dei
professionisti, di fronte al giogo del decreto incentivi. “Se tante
imprese hanno resistito a San Marino- spiega- e’ anche grazie all’azione
di convincimento dei commercialisti, ma non possiamo trattenere ancora
le imprese con le buone intenzioni”.
Albani chiede quindi di
“cambiare la rotta verso la normalizzazione dei rapporti con l’Italia”
che “non e’ piu’ rinviabile”. La firma dell’accordo sulle doppie
imposizioni e’ infatti “un passaggio urgente per la ripresa
dell’economia di San Marino”, a partire dall’uscita dalla black list.
Continua Albani: “Non so cosa restera’ dell’economia sammarinese se ci restiamo ancora un anno”. Anche Paolo Rondelli, presidente dell’Anis, associazione della grande industria del Titano, elencando
i passi da compiere per il futuro, puntualizza: ” E’ necessario che
tutto quello che riusciremo a fare venga sorretto dalla normalizzazione
dei rapporti con l’Italia”. La firma attesa “deve arrivare prima possibile” per poi uscire dall’odiata black list.
Sulla
stessa linea Pier Paolo Fabbri, presidente Abs, Associazione bancaria
sammarinese: “Il rilancio del settore finanziario-spiega- presuppone la
firma degli accordi con l’Italia e l’uscita dalla procedura rafforzata”,
imposta dalla black list. Infatti, “le banche sammarinesi- prosegue il
numero uno di Abs- hanno legittime aspettative e ambizioni di crescere
in un mondo globalizzato, non c’e’ niente di inopportuno nel poter
vendere all’estero i propri prodotti finanziari”.
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