San Marino. Giovagnoli e Belluzzi, Psd: “Un percorso rifondativo per il futuro del partito”

San Marino. Giovagnoli e Belluzzi, Psd: “Un percorso rifondativo per il futuro del partito”

L’informazione di San Marino (di ieri  4 luglio 2017)

“Un percorso rifondativo per il futuro del partito”

“Psd verso il congresso intervento di Giovagnoli e Belluzzi: “chi non è contento di stare qui e vorrebbe essere altrove è libero di farlo”

“Ci sono forze politiche che stanno lavorando per dividerci: prima le liste dei buoni e cattivi di civico 10, ora ssd che dice con chi parlare e con chi no”

Il Psd si sta avvicinando al suo congresso del 21 luglio ed al suo interno il confronto è da tempo aperto e vivace. “Ci sono facce nuove – scrivono Gerardo Giovagnoli e Andrea Belluzzi-, c’è il contributo di chi milita da tempo, ci sono i consiglieri e ci sono coloro che dal momento della fuoriuscita di chi è andato a convergere in Ssd ha tenuto il timone del partito consegnandolo al momento congressuale. Per fortuna, a differenza di altre forze politiche, il Psd è uno di quei partiti in cui non c’è mai stato un pensiero unico, ma confronto, dialettica e vivacità – continua la nota di Giovagnoli e Belluzzi -.

Quello che è triste leggere è che oggi come ieri ci siano forze politiche che lavorano per dividerci. Ieri c’era la lista dei buoni e dei cattivi dettata da Civico 10, oggi è Ssd a dire che c’è una parte del Psd con cui si può parlare ed un’altra parte no. Ed è grave che anche oggi come ieri c’è chi non faccia nulla per smentire questo ma nicchia a danno del partito nella sua interezza non comprendendo (o desiderandolo) che così si lavora per dividere. Nel Psd ci sono sensibilità diverse, ma noi, tutti, siamo quelli che anche un anno fa hanno deciso di restare insieme e non di dividerci diversamente da chi ha scelto di andarsene per una strada differente; a questi diciamo che non è serio ricominciare il gioco dei buoni e dei cattivi e piuttosto si preoccupino di governare e bene ricordandosi che quello per cui ci siamo battuti insieme era un Paese in cui vi fosse più trasparenza e partecipazione, con le banche al servizio dell’economia e non una piazza finanziaria off-shore (ovvero hub finanziario) al centro del nostro sviluppo economico. Perché il Psd non è e non può essere il partito delle banche. Abbiamo condiviso e votato questo nuovo corso in Banca Centrale ma ne siamo critici proprio in ragione della fiducia che abbiamo accordato.

La nostra economia ha sicuramente bisogno del contributo delle banche ma non basta. Sullo stato sociale non c’è dibattito politico serio, si tassano alcune pensioni, ma quale è l’indirizzo? Come ci impegniamo in futuro a garantire sanità, previdenza, scuola? Le politiche di sviluppo economico quale fonte di occupazione, perché il lavoro è lo strumento di integrazione sociale, ad esempio, non sono minimamente discusse se non connesse alla tassazione del lavoro; così come non c’è alcun dibattito sui diritti sociali. Si stanno riformando tanti settori dell’economia, ma non si intravede uno schema generale e manca totalmente il coraggio di affrontare anche le riforme istituzionali, di ragionare del conflitto di poteri innescato negli ultimi mesi, di indipendenza e autonomia confuse, di ricorsi tra organi dello stato, fino alla legge elettorale che fallisce in uno dei suoi obiettivi, la rappresentatività. Noi inoltre rivogliamo al centro del dibattito lo stato del negoziato con L’Europa – sottolineano Giovagnoli e Belluzzi-.

Siamo distanti dal posizionamento che abbiamo sentito voler costruire da parte della Segreteria alle Finanze. Siamo fortemente critici per come non si sta coltivando la collaborazione tra Mef e il nostro Paese dopo che abbiamo contribuito in maniera decisiva all’uscita dalla black list fino a consegnare a chi c’è ora delle relazioni ottime e mature per nuovi accordi che rendano più chiaro e certo il rapporto tra economia sammarinese e quella italiana. Vi sono anche proposte governative su cui il Psd è d’accordo, come l’apertura dell’economia, l’attrazione degli investimenti attraverso semplificazioni sulle residenze e l’acquisto di immobili, l’attenzione verso l’innovazione e la sostenibilità, ma su altri temi si stanno abbattendo quei pilastri per cui noi insieme ci siamo impegnati.

Abbiamo una sola chance per continuare ad avere un ruolo nella politica sammarinese e non è quella di convergere verso qualcosa che c’è già. Chi non è contento e vorrebbe essere altrove è libero di farlo. L’anima del Psd è quella di aggregare e di lavorare per questo e non di farsi attrarre. Forse – conclude la nota -dovremo chiederci se è giunto il momento di metterci in discussione con un percorso rifondativo; a nostro avviso dovrebbe essere questo un tema di discussione con cui il Psd deve mettersi a ragionare non al congresso ma attraverso una stagione di riflessione”

 

 

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