Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale dell’intervento di Giovanni Giardi dal titolo “Attenti alla cultura dei vincenti e dei perdenti”:
“Chi non ha gioito per i tanti vincenti di San Marino e d’Italia alle straordinarie olimpiadi di Tokio? Forti emozioni e il tifo prorompente. Gli eroi osannati capaci di superare a volte situazioni difficili che sembravano insuperabili.
Una fase esaltante, che si espande agli Europei di calcio, fase positiva che penso capace di rincuorare un Paese e dargli coraggio in questo momento difficile
Io, però, a ognuna di queste cronache urlanti non ho mancato di pensare che a ognuno di questi vincitori seguiva qualcuno che era perdente per un secondo, per un centimetro, per un punto, per un caso, per sfiga.
Quello che mi colpiva era il silenzio tombale per tutti questi che avevano fatto la stessa fatica dei vincenti, che avevano anch’essi sperato per 5 anni.
Non tutti naturalmente possono vincere ma questi hanno perso due volte e il tutto ha messo in evidenza nel giornalismo sportivo e indotto nella gente l’emergere di una cultura fanatica che esalta i vincenti e mortifica i perdenti: afferma una cultura pericolosa perché sappiamo che non sono questi i valori che contano.
Una società cresce ed evolve con il contributo di tutti, se non ignora nessuno e non lascia indietro nessuno. Se lascia nel silenzio e nell’anonimato coloro che si impregnano per raggiugere degli obiettivi crea emarginazioni.
Giustamente qualcuno ha messo in rilievo il valore e la ricchezza della integrazione e del multiculturalismo, indipendentemente dal Paese di nascita delle persone, al diritto alla cittadinanza per chi nasce nel Paese (ius soli) (non solo per lo sport aggiungo): una delle cose importanti che avremmo potuto imparare da questi exploit sportivi. Ma i soliti razzisti con cuore, mente e intelligenza (quella che c’è) sempre chiusi.
Gloria ai nostri campioni, ma attenzione ai valori che prevalgono nella nostra cultura”.
Giovanni Giardi
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