Nuova linea difensiva di Giulio
Lolli (ex presidente Rimini
Yacht), accusato di una serie di truffe a Rimini, a San
Marino e in altri luoghi, attraverso il sistema della plurintestazione di una stessa imbarcazione.
Adesso Lolli sostiene che le società di leasing e forse anche le banche con cui operava, erano, di fatto, sue complici.
Lolli diffonde la tesi secondo cui i leasing sapevano quello che lui faceva, perché era lui stesso a pagare le quote delle imbarcazioni truccate. In effetti risultano essere almeno 55 le imbarcazioni passate attraverso la Trade & Rent di San Marino, cioè la società dello stesso Lolli che gestiva i leasing. Il valore di queste imbarcazioni è di decine di milioni di euro. Dunque, ragiona Lolli, se queste imbarcazioni esistessero, basterebbe venderle per coprire il famoso buco. (La Voce di Romagna, 21 marzo 2012)
(…) Risulterebbe evidente che le società di leasing creavano una gigantesca leva finanziaria su imbarcazioni (e non solo vi sono anche auto di lusso) inesistenti, in qualche caso addirittura neppure immatricolate. Fra le carte c’è perfino il caso di una finanziaria che in un solo giorno ha fatto una decina di contratti di leasing con la Trade & Rent, una società che però non ha quasi mai pagato i canoni dei leasing stessi, poiché questi venivano regolati o da Lolli personalmente o dai suoi commercialisti.
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