San Marino. Giustizia e patrimoniale, RF interroga il Governo

San Marino. Giustizia e patrimoniale, RF interroga il Governo

Giustizia e patrimoniale, RF interroga il Governo

 
 
“Repubblica Futura – si legge in un comunicato stampa – ha depositato nei giorni scorsi 2 interpellanze su due temi estremamente rilevanti e di attualità.
 
Il primo riguarda il giuramento dei due nuovi giudici di appello, che sta inspiegabilmente ritardando nonostante la recente sentenza del Collegio Garante fosse di una chiarezza lampante: il Congresso di Stato doveva porre in essere tutti gli atti necessari di propria competenza a livello amministrativo e la Reggenza doveva far giurare i due Magistrati, in entrambi i casi senza indugio.
 
È passato quasi un mese da quella pronuncia dei Garanti, ma il giuramento non è ancora avvenuto. 
 
Non abbiamo contezza di cosa abbiano fatto le istituzioni richiamate nella sentenza, nello specifico il Governo, o addirittura se abbiano fatto qualcosa. 
 
La preoccupazione dunque è che o non si sia dato seguito alla sentenza del Collegio Garante, cosa che già di per se sarebbe gravissima, o, ancor peggio, che possano essere stati compiuti atti impropri e inadeguati, evidentemente con l’intento di venire meno ai propri inderogabili doveri. 
 
In compenso la maggioranza ha improvvisamente depositato un progetto di legge che, sempre con l’esibizione muscolare dei 2/3 dei voti di cui la maggioranza conta, in 3 soli articoli modifica sostanzialmente la composizione del Consiglio Giudiziario Plenario – alla faccia della tanto sbandierata condivisione! 
 
Il testo della legge incide in maniera incomprensibile non solo sulla composizione del Consiglio Giudiziario Plenario (l’organo di autogoverno della Magistratura, è bene ricordarlo) ma addirittura elimina la facoltà del diritto di voto al Dirigente del Tribunale, menomandone evidentemente le competenze. 
 
Ancora una volta, alla faccia del confronto, della condivisione e del metodo sbandierato, la maggioranza conferma di avere una sola preoccupazione, quella per cui è nata evidentemente: mettere le mani sulla giustizia, in una fase, per di più in cui ben due Segretari di Stato ed un parlamentare di maggioranza sono oggetto di procedimenti aperti in Tribunale.
 
Tornando all’interpellanza, abbiamo quindi chiesto di conoscere tutti gli atti che il Congresso di Stato, singole Segreterie di Stato o altre Istituzioni hanno compiuto, compresi eventuali pareri richiesti ad altri Uffici o organi, e gli atti o i pareri forniti da questi ultimi, relativamente al tema del giuramento dei due giudici d’appello. 
 
È doveroso che tutti sappiano i motivi di questo inspiegabile ritardo, rispetto all’attuazione di una chiarissima sentenza del nostro massimo organo costituzionale, se viviamo ancora in uno Stato di diritto e se l’equilibrio fra i poteri ha ancora un senso.
 
Auspichiamo, data l’assoluta contingenza del tema, anche rispetto agli atti che la maggioranza sta mettendo in atto, che la risposta possa arrivare anche prima dei 30 giorni previsti dalla legge.
 
La seconda interpellanza riguarda il Decreto che prevede una imposta sugli immobili detenuti dalle società che non siano sede dell’attività economica, la cosidetta “patrimoniale”. 
 
Come noto, la maggioranza lo ha recentemente ratificato con un emendamento che non fa pagare la patrimoniale alle banche su alcuni immobili, scelta che abbiamo fortemente criticato per la sua iniquità (visto che tutti i cittadini e le società hanno pagato la patrimoniale senza esenzioni) ed illogicità (perchè non spinge le banche ad immettere gli immobili sul mercato a prezzi più bassi), oltre che per le ennesime incoerenze di Rete ed Mdsi rispetto alle precedenti posizioni prese.
 
Nell’interpellanza chiediamo di sapere, tra le varie cose, il valore di questi beni immobili su cui le banche non pagheranno la patrimoniale, diviso per istituto, ed il gettito che verrà meno rispetto alle attese: due elementi assolutamente fondamentali per capire chi ha beneficiato di questa scelta sgangherata della maggioranza e quanti soldi perderà lo Stato”.
 



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