San Marino. Gli abruzzesi – sinistri? – di Banca del Titano

San Marino. Gli abruzzesi – sinistri? –   di Banca del Titano

Nella Repubblica di San Marino la Banca del Titano  rimane ancora un mistero. E tale è destinato a rimanere a giudicare dall’impegno, si fa per dire, a venirne a capo, del mondo politico, del tribunale, della Banca Centrale che ha adoperato quel caso come modello per altri casi ove l’erogazione dei soldi pubblici è stata ancor maggiore. 

La banca fu venduta (con perdita secca dello Stato di 16 milioni di euro) non al miglior offerente ma a quello che presentava migliori garanzie in quanto ad affidabilità e professionalità (così fu raccontato a Di Vizio).  

Questo ‘fortunato’ acquirente, fece, a sua volta, un buco che Banca Centrale non ha mai smentito di avere coperto – sua sponte? – a quanto pare di 5 milioni di euro.  

La questione sta tornando di attualità non perché a San Marino si facciano progressi nel mondo politico o giudiziario o della vigilanza bancaria, ma per il collegamento – oltre che con Roma – proprio con  la Tercas di cui in continuazione si scoprono  nuovi particolari. Ad esempio sull’immobiliarista Vittorio Casale.

Da Il Centro: Teramo, Chiodi attacca Tercas: “Ha crediti simili a titoli tossici” / Il presidente della Regione sull’istituto di credito commissariata dalla Banca d’Italia e in amministrazione straordinaria dal 30 aprile dello scorso anno: “Erogati un miliardo di crediti fuori regione dal 2006, e buona parte non sarebbero recuperabili”(…) «Nel 2005 la Tercas era solida e liquida – afferma Gianni  Chiodi – c’è stata poi una strategia di depauperamento non fatta da una sola persona. Il direttore Di Matteo, infatti – spiega – non avrebbe potuto fare da solo, ma aveva evidentemente persone nei punti nevralgici dirigenziali per attuare queste operazioni. Il cda e il collegio sindacale potrebbero essere stati quindi tratti in inganno». Il presidente si addentra nel formulare ipotesi legate al disastro finanziario. «Ho l’impressione che alcune possano essere operazioni trasmigrate dal mondo del gruppo Unipol, visto che il direttore Di Matteo proveniva da una società del gruppo stesso – dice ancora -. Si tratta di crediti erogati fuori regione a clienti non abruzzesi del settore immobiliare. Ne sapremo di più al termine dell’indagine predisposta dagli organi competenti, tra cui Procura e Banca d’Italia» (…)

 

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