Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: I ‘privilegiati’ / Politici in lacrime:
ma quale casta
siamo dei poveracci
SAN MARINO. Ma quali rinunce, «non siamo noi la casta». I politici rispondono
(quasi indignati) all’appello del Comitato delle donne disoccupate che
appena ieri avevano chiesto a consiglieri e segretari di Stato la rinuncia allo
stipendio, per “adottare” un disoccupato. «Quale stipendio? Prendiamo appena
500 euro al mese di gettone, ma li perdiamo nella busta paga del lavoro
“normale” – si arrabbia Alessandro Rossi di Sinistra unita -: scimmiottare l’antipolitica italiana non ha senso. Meglio tassarci tutti per la solidarietà». Va al
sodo anche la consigliera del Psd Denise Bronzetti: «Io, col mio stipendio, non
sarei in grado di mantenere una persona in più in famiglia».
In tema di “privilegi”,
effettivamente il confronto
tra San Marino e Italia
non regge. Nel Bel Paese,
i parlamentari vantano
stipendi base di 9mila euro
e rotti, a cui vanno aggiunti
rimborsi spese e
indennità (che fanno raddoppiare
la paga), più i
benefit dal cellulare ai
viaggi gratis. All’ombra
delle Tre torri, invece, i
consiglieri vengono pagati
a “cottimo”, ossia a presenze:
la giornata in Consiglio
(o in una commissione
parlamentare) è pagata
75 euro, a cui se ne
aggiungono altrettanti
per la seduta notturna.
Per gli stacanovisti del
Consiglio, una paga massima
di 600 o 700 euro al
mese: ma per chi lavora
nel privato come dipendente,
la giornata dedicata
alla politica viene decurtata
dalla busta paga.
Non succede così per i
consiglieri dipendenti
statali che però prendono
un gettone ridotto. Stipendi
veri e propri (superiori
ai 4mila euro), li
vantano solo i segretari
di Stato, che però già da
un paio di Finanziarie, si
sono decurtati la paga del
10 per cento. (…)
OGGI
GIORNALI PARLANO
DI …
Marino di N. Montebelli
di Ranfo