Per i poteri forti nella Repubblica di San Marino non è cambiato nulla. Black list o non black list. Infatti, questo è il punto, è rimasto intatto il sottobosco politico-affaristico in cui si esprimono al meglio.
Sottobosco
costituito un tempo da 548 società anonime, oltre 300 immobiliari, 120 fondazioni circa, migliaia di società per azioni e società
a responsabilità limitata con azioni e quote intestate a fiduciarie anche di
paesi offshore.
Sottobosco fatto sopravvivere con l’escamotage
di abolire le società anonime ma non l’anonimato societario, grazie al
mantenimento delle fiduciarie.
Il ruolo delle fiduciarie negli scandali è emerso chiaramente anche questi giorni a seguito della indagine Tibet (‘drangheta padana). Nonostante la denuncia pubblica della presenza a San Marino di 15 clan mafiosi, l’omertà in materia si sta rafforzando. Ce ne sono sintomi evidenti, già, nel settore della informazione, che si accinge ad essere schiacciato dal progetto ‘ pluto-komunista ‘ in prima lettura in Consiglio Grande e Generale.
Quel ‘pluto’ è riferito a soldi pubblici gestiti dai poteri forti.