San Marino. “I progetti di sviluppo vanno avanti grazie a Libera e all’opposizione”

San Marino. “I progetti di sviluppo vanno avanti grazie a Libera e all’opposizione”

“Nella sessione consigliare che si è appena conclusa si é rischiata l’ennesima presa in giro alle spese di chi con impegno e competenza da anni ha scelto il nostro Paese per insediare la propria attività e dimostrato negli anni di fare sul serio, sia sul piano dell’occupazione che della qualità e dell’innovazione dei prodotti offerti: Promopharma ed Erbozeta”.

E’ quanto afferma Libera in un comunicato. “Le due aziende in questione, da anni avevano rappresentato alle istituzioni la necessità di ampliare la propria attività su delle aree a destinazione produttiva di proprietà dello Stato. Non gratuitamente, ma pagando la cifra (676.000€) stimata a norma di legge dai competenti uffici della PA.

Queste pratiche, trattando terreni pubblici, per essere approvate necessitano, oltre che dell’autorizzazione del Governo, anche di quella del Consiglio Grande e Generale, con una maggioranza di almeno 39 voti favorevoli.
Quindi, prima il Governo (DC-RETE-NPR-MOTUS LIBERI) si è accordato con le aziende in tal senso (delibere del 10 maggio n. 6 e7), portando le pratiche in Consiglio, dove però RETE, ha dichiarato di essere contraria alla vendita preferendogli una cessione in uso (fino a 99 anni) del terreno, tagliando la faccia anche ai propri Segretari di Stato che evidentemente non si erano opposti nei modi e nei tempi dovuti.
Se la pratica è stata approvata e le aziende potranno portare avanti il proprio piano di sviluppo e ,ci auguriamo, potranno conservare la fiducia riposta nel nostro Paese, è solo grazie al responsabile sostegno dell’opposizione che, nonostante venga costantemente accusata di essere disfattista e pretestuosa, di fronte ad un progetto serio e trasparente ha preferito pensare all’occupazione e al bene generale che alla convenienza politica.
Senza entrare troppo nel merito delle ragioni espresse dai consiglieri di Rete, vogliamo ricordare che gli introiti della vendita (676.000€) potrebbero essere investiti per l’acquisto di aree verdi ben più grandi e più strategiche a fini pubblici di quelle vendute, che diverrebbero immediatamente disponibili . Mentre con una cessione in uso lo Stato avrebbe a disposizione gli immobili (opifici a quel punto vetusti) solo tra 99 anni.
Ma la cosa più grave é che purtroppo, spesso quando parliamo di sviluppo economico ci spertichiamo nel dire che dobbiamo attrarre aziende serie, per avere un’economia sana e sostenibile, dimenticandoci però del fatto che le aziende serie richiedono, oltre che regole chiare e una burocrazia snella, INTERLOCUTORI ISTITUZIONALI AFFIDABILI, che non fanno giochini politici sulle loro teste”.

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