San Marino. Il Comitato bimbi chiede l’immediata riapertura di asili e scuole di infanzia

San Marino. Il Comitato bimbi chiede l’immediata riapertura di asili e scuole di infanzia

Sulla questione riapertura scuola, questa sera su RTV, ieri per chi legge, sono andate in onda le dichiarazioni del dott. Arlotti che lasciano perplessi per la scarsa conoscenza delle strutture sammarinesi e dell’approssimazione con la quale ha affrontato la questione.

Lo scrive il Comitato bimbi e genitori RSM, aggiungendo: “Il commissario straordinario ha detto –tra l’altro – nell’intervista RTV “il problema delle scuole va valutato sede per sede e area per area…soprattutto in Italia…il problema è quello del sovraffollamento…” A chi si riferiva Arlotti? Non certo alla realtà sammarinese che pare non conosca e, nemmeno agli asili Nido e Scuole dell’Infanzia che a San Marino sono Statali, ovvero pubbliche, le quali sono perfettamente autonome ed in grado di offrire tutte le garanzie del caso compresi ampi spazi all’aperto adatti per il distanziamento.
Un modo poco professionale di affrontare una questione che è sempre stata primaria e vitale per le famiglie, ma ora lo è ancor di più perché qui ci sono in gioco le vite, i licenziamenti, le casse integrazione e la perdita dei diritti di tutti noi.
Il Comitato scrivente, al primo punto mette gli asili nido e le scuole dell’infanzia, e su questo chiediamo risposte e tempi precisi, perché rappresentano le età più fragili le quali hanno necessità di una continuità affettiva ed educativa con le figure di riferimento. Mentre Arlotti parla di differenza delle strutture e di difficoltà dei trasporti, noi vogliamo rassicurarlo che per i trasporti ci hanno sempre pensato i genitori e per le strutture fortunatamente, le nostre sono all’avanguardia dal 1980 e non siamo in una zona dell’Italia depressa.
Vogliamo affermare, inoltre, che le scuole dei gradi superiori possono riaprire, con modalità “normali” ed in presenza, perché ci sono tutte le condizioni per farlo, accedendo all’outdoor education che con i più grandi si possono sperimentare a partire dalle scuole elementari.
I tecnici sanitari devono solo portare un contributo positivo e non prendere il sopravvento sugli esperti educativi e quelli degli altri settori, anche perchè appaiono impreparati a farlo. Nessuno si è mai sognato di mettere a repentaglio la salute pubblica, ma allora si diano i pareri positivi e si finisca questa pantomima del rimpallo politica-tecnici che francamente ha portato le famiglie all’esasperazione.
Mentre dai TG apprendiamo che altrove è già tutto aperto e nella peggiore delle ipotesi già predisposto per farlo e ci arrivano a casa i depliant dei centri estivi privati, appare incomprensibile come lo Stato, il quale dovrebbe dare il buon esempio, non si muova con competenza e determinazione per riportare almeno un poco di sollievo a famiglie duramente colpite dalla crisi economica e dall’esasperazione della Didattica a distanza che è arrivata a sfinire alunni e famiglie”.

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