San Marino. Il leader di Rete vanta precedenti per rissa e lesioni, Antonio Fabbri

San Marino. Il leader di Rete vanta precedenti per rissa e lesioni, Antonio Fabbri

Il leader di Rete vanta precedenti per rissa e lesioni

Antonio Fabbri

E’ un onore per Rete avere dei rinviati a giudizio in lista. Lo hanno detto loro stessi. Non è dato sapere se sia stato un onore anche andare a testimoniare a favore di Gabriele Gatti riversando illazioni, opinioni e ricostruzioni di teoremi politici in atti giudiziari come hanno fatto Roberto Ciavatta ed Elena Tonnini. Di questo di certo non potranno accusare nessuno, come sono adusi fare, adombrando trabocchetti o sotterfugi di terzi, visto che è stato lo stesso Ciavatta a prepararsi, sua sponte, la strada per finire come testimone in quel procedimento, facendo dichiarazioni fuori contesto in un altro fascicolo, poi utilizzate in quello della denuncia di Gabriele Gatti, andando di fatto a puntellarla.

Sarà sicuramente un onore per Rete anche sapere  che il proprio leader – oltre ad  essere rinviato a giudizio con le, per carità onorevoli, accuse di diffamazione, minacce, diffamazione su facebouk, violenza privata e istigazione a delinquere – ha già subito in passato un paio di processi. Eppure lo stesso Ciavatta avrebbe sostenuto in più di un’occasione, anche nella circostanza di una trasmisisone Rtv, che finché non è entrato in politica, di guai con la gkiustizia non ne avesse avuti. A ben vedere non è proprio così, ma deve essere stata una onorevole svista, anche per quei casi.

Il primo processo a suo carico risale al 1995 e, va detto, venne assolto. Poco più che 18enne era stato accusato di lesioni personali, per una vicenda avvenuta nel maggio di quell’anno a Domagnano. In quell’occasione, venne assolto con la formula “perché non risulta abbastanza che sia colpevole”, insufficienza di prove, insomma.

Nel secondo caso, invece, il leader di Rete aveva quasi 24 anni. Accadde nel luglio del 2000. Per un episodio avvenuto a Borgo Maggiore finì davanti al giudice e venne condannato, nell’ottobre del 2001, per rissa in concorso e lesioni personali. La pena comminata per la rissa fu di tre mesi di arresto, ma venne dichiarata assorbita in quella della prigionia per due mesi comminata per le lesioni personali. Il giudice concesse il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Si dirà che sono questioni datate e magari, secondo Rete, faranno sicuramente onore al loro leader, “vero uomo”, lo definì così qualcuno in occasione della “spedizione” in Carisp del maggio 2018. Ma alla luce anche dei precedenti, fanno di certo riflettere, tuttavia, gli episodi, chiamiamoli di irruenza, che hanno caratterizzato il cosiddetto blitz in Cassa di Risparmio – che lo stesso Ciavatta ha sostenuto essere un suo fiore all’occhiello (Rtv – Il Cantone delle Botte 06-122018) – e anche la più recente sfuriata con annessi insulti contro Matteo Fiorini e di fronte alla Reggenza in Ufficio di Presidenza.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy