San Marino. Il numero dei guariti supera il numero dei decessi

San Marino. Il numero dei guariti supera il numero dei decessi

Coronavirus, il numero dei guariti supera il numero dei decessi

Rinaldi: “Quanto l’emissione del fumo possa essere veicolo di trasmissione, non ho evidenze di studi”

Per il secondo giorno consecutivo non abbiamo registrato nessun decesso e sono 8 i guariti che salgono a 35 in totale. Lo dico con un tono di voce molto basso, è la prima volta che il numero dei guariti supera il numero dei decessi. ” Così, timidamente soddisfatto, il direttore dell’Authority, Gabriele Rinaldi. Poi i dati sull’infezione.

n. 199 i casi positivi (+7), di cui 49 ricoverati all’Ospedale di San Marino (14 in Rianimazione con sintomatologia severa, 7 femmine e 7 maschi, 35 nelle degenze di isolamento predisposte con sintomi moderati, 17 maschi e 18 femmine) e 150 in isolamento a domicilio (femmine 72, maschi 78).

n. 32 decessi n. 35 guariti (+8)

n. 96 dimessi a domicilio per migliorate condizioni cliniche

n. 418 quarantene domiciliari sui contatti stretti compresa la rete familiare, amicale e personale sanitario (372 laici, 39 sanitari, 7 Forze dell’Ordine)

n. 813 quarantene terminate

Totale quarantene attivate: 1231

Al dottor Gabriele Rinaldi e ai Segretario Roberto Ciavatta e Teodoro Lonfernini, abbiamo posto alcune domande. Le prime al direttore dell’Authority.

Ci sono delle evidenze che attraverso il fumo di una sigaretta, aspirato e poi espulso da una persona positiva, si possa veicolare il contagio? “Devo premettere un conflitto di interesse – ha esordito Rinaldi – perché io non sono fumatore e non sono mai stato fumatore. Quello che posso dire è che chi fuma da un certo periodo di tempo, che abbia un consumo di pacchetti al giorno, come si usa nella valutazione delle BPCO o al numero di sigarette che viene fumato al giorno, che abbia sviluppato una broncopneumopatia cronica ostruttiva (patologia caratterizzata dalla progressiva riduzione del flusso aereo non completamente reversibile) o comunque una patologia polmonare, sicuramente è più esposto al rischio di contrarre la malattia che, come ormai sappiamo, ha una sua esplicitazione più critica a livello polmonare. Che il polmone di un fumatore sia più facilmente aggredibile è altrettanto vero. Quanto l’emissione del fumo possa essere veicolo di trasmissione, in tutti quelli che hanno misurato la quantità di virus che c’è nell’aria, io non ho evidenze di studi in cui sia stato fatto un sottogruppo che riguarda i fumatori. Di sicuro valgono le regole che ci siamo dati. Tenere la distanza, evitare la tosse, evitare la diffusione, sicuramente vale anche per i fumatori. I fumatori che hanno la mascherina e se la spostano per fumare, è evidente che è più rischioso che chi non fa questo gesto. E’ altrettanto evidente che normalmente la sigaretta la si tiene fra le dita e con le dita ci si avvicina alla bocca… ed è un altro di quei comportamenti che raccomandavamo di non avere. Quindi non si vuole vogliamo mettere lo stigma sui fumatori, però vi può essere presenza di malattie polmonari in una percentuale maggiore, presenza di difficoltà respiratorie a cui può andare incontro il fumatore. Che il fumatore sia più esposto a dare dei colpi di tosse… tutti comportamenti e atteggiamenti che noi teniamo sotto controllo, nel fumatore ci sono. Tuttavia, parto dall’idea che non ci si scambi la sigaretta, almeno questo lo diamo per acquisito. Altrimenti sarebbe un ulteriore fattore di rischio.”

Poi la domanda sulle mascherine. Sono arrivate segnalazioni in redazione di vendita di mascherine in farmacia a 9 euro, le risulta? Per contro, sono arrivate altre segnalazioni di chi le ha pagate 90 centesimi. “Per quanto riguarda le mascherine so che a San Marino le farmacie sono tutte pubbliche, e se l’acquisto è avvenuto in farmacia mi sentirei di escludere che la facciano pagare 9 euro. E mi sentirei di escludere che le facciano pagare 90 centesimi. Riprendo comunque un ragionamento già fatto. Raccomando tutti di verificare le mascherine che si acquistano. Se sono vendute in farmacia, si può andare tranquilli. Se si acquistano in altri luoghi assicuratevi che siano dei dispositivi di protezione individuale certificati, che siano dei DPI veri. Non le mascherine che magari sono state acquistate per altri, di cui qualcuno si è rifornito seguendo altre strade e non sono DPI, e non sono soggette a controlli venendo spacciate in altro modo. Questa differenza di prezzo a noi non risulta. I 90 centesimi è il prezzo standard applicato. Nelle farmacie pubbliche nessuno sta facendo la cresta sulle mascherine 

Se ci sono altri che le vendono, mi raccomando: sia chi le vende, sia chi le compra e sia chi rifornisce venditori di essere trasparenti. Rendere trasparente se è un dispositivo di protezione individuale a scopo sanitario o no. Poi uno sa cosa indossa e sa qual è il livello di sicurezza che deve avere.”

Poi la domanda al Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta al quale abbiamo reiterato il grido di allarme che si è elevato da parte delle categorie economiche e delle piccole attività, per le quali ancora non sono state varate misure significative, si è fatto ancora più forte. Provo, come ieri e i giorni scorsi, a sintetizzare ulteriormente il messaggio. A seguito della chiusura forzata, le piccole imprese rischiano di non riaprire. Servono urgenti misure e fatti concreti, ne avete? “Nel decreto promulgato ieri (sabato, ndr) non abbiamo introdotto nessuna misura ulteriore ma solo posticipato delle date. Nella prima metà della settimana abbiamo in previsione di introdurre un’altra serie di decreti che introducono da una parte delle sistemazioni o rimodulazioni delle misure che già sono in corso, in altri Decreti prevediamo di introdurre delle misure che vadano incontro alle difficoltà, in alcuni casi obiettive, di quelle attività che per legge hanno dovuto chiudere. Mi riferisco soprattutto alle piccole attività legate al commercio, agli operatori turistici, alla ristorazione che, sono in una situazione critica e di grande difficoltà e necessitano di una risposta. Dobbiamo introdurre anche misure di revisione di una serie di altri punti del decreto che hanno, con il tempo, manifestato delle piccole imperfezioni e quindi è un work in progress che noi continuiamo a portare avanti. Non dobbiamo nascondere, perché sarebbe irrispettoso verso la cittadinanza, che abbiamo la necessità di integrare fra loro misure che vadano a sostegno delle piccole attività e altre misure che siano necessarie per liberare della liquidità. Confido sia a breve che il nostro paese possa accedere a una serie di finanziamenti e di sostegni alle sue attività, sia attraverso quei fondi che sono stati istituiti, sia attraverso canali diplomatici sui quali stiamo lavorando. Mi preme richiedere ancora alla cittadinanza, a operatori economici, a lavoratori e cittadini di pazientare. Dobbiamo cercare di superare un periodo di un mese o due in termini economici, di metterci nell’idea di fare dei piccoli sacrifici per un lasso di tempo limitato in attesa che si riesca a sbloccare delle condizioni che ci mettano nella possibilità di rivedere poi le misure e, ovviamente, fare un lavoro consistente nel rilancio economico del dopo pandemia. Siamo già al lavoro per stabilire quali sia la ripartenza. Non perché la ripartenza sarà domani, ma perché non possiamo permetterci di arrivare impreparati nel momento in cui dovremo ripartire.”

Poi una domanda al Segretario al Lavoro Lonfernini, prendendo spunto dal suo collega in consiglio Andrea Zafferani che lamenta una situazione disoccupati senza ammortizzatori: zero reddito e zero possibilità di trovare lavoro. Avete provvedimenti pronti a soluzione di questo problema? “Stiamo lavorando ad un provvedimento che possa guardare con grande attenzione a tutte quelle fasce generalmente meno tutelate. Quindi possiamo parlare sicuramente delle persone che si trovano, si trovavano anche prima della crisi, in uno stato di disoccupazione. Si tratta di guardare a quelle persone che purtroppo già, e questo con mio grande dispiacere, hanno perduto lavoro perché sono i primi ad essere lasciati a casa. Sto parlando dei lavoratori a tempo determinato. Stiamo guardando a tutta quella massa critica di lavoratori autonomi, sono circa 1500 persone all’interno del nostro paese, quindi liberi professionisti, lavoratori autonomi, licenze individuali… sono tutte circostanze alle quali sappiamo bene di dover dare delle risposte. Nello stesso tempo, con grande cautela e con grande consapevolezza di quello che è la nostra esigenza di tenuta di bilancio, dobbiamo fare tutto in virtù di quello.”

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