Milena Gabanelli, nella sua trasmissione Report Rai3, ieri sera, come da premesse, ha dato ancora una volta un’immagine della Repubblica di San Marino da Farwest dei filibustieri della finanza. Un Paese in cui in una decina di anni si sono arrivati a contare – l’ultimo nel 2009 – 72 ‘soggetti autorizzati’: dodici banche e sessanta tra finanziarie, fiduciarie, società di gestione, compagnie
d’assicurazioni. E senza effettivi controlli (‘fanno
più controlli gli enologi del consorzio vini che non la vigilanza di
BCSM‘).
In particolare, ieri sera l’attenzione è stata focalizzata sulla Fondazione, di diritto sammarinese, della ‘maga’ Barbaglia, che tutt’altro che ‘no profit’, ha cercato il profitto, investendo – con poca chiarovveggenza – in Credito Sammarinese, ora in liquidazione
coatta amministrativa.
Invano Moneyval, da anni ed anni, ha chiesto di toglierle di mezzo queste fondazioni, come del resto l’anonimato societario. Per l’anonimato societario non sono ‘bastate’ due leggi varate con maggioranze bulgare, nel giro di un anno.
Per le fondazioni che hanno raggiunto il ragguardevole numero di 120?
Mistero.
Dette fondazioni servono non solo ai filibustieri esterni, qui al sicuro dopo le depenalizzazioni dei reati fiscali e societari degli anni Novanta, ma anche -soprattutto?- ai furboni nostrani, che possono continuare a mostrarsi nullatenenti davanti al fisco sammarinese anche nella prospettiva della riforma fiscale in corso di approvazione, tanto che è stata lasciata cadere la richiesta di un condono fiscale tombale.
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(aggiornamento ore 11,10)