Nel pomeriggio prosegue il confronto sul Decreto Delegato 119/2024 Atto organizzativo e secondo Fabbisogno dell’Istituto Sicurezza Sociale (ISS).
Guerrino Zanotti (Libera) sottolinea lo sforzo compiuto dalla sua forza politica nel “dare un’impronta a questo Decreto che sfuggisse dalla visione economicistica della sanità. Siamo sicuri che è necessario avere un occhio per la spesa sanitaria, ma è un obiettivo che si raggiunge attivando efficaci campagne di promozione della salute e della prevenzione”.
Afferma Milena Gasperoni (PSD): “Crediamo nel mantenimento del sistema universalistico, ma anche nella necessità di adattarlo alle nuove esigenze. L’adozione di questo atto organizzativo è un passaggio tecnico, ma anche ricognitivo per recepire gli esiti di varie stabilizzazioni”.
Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi) parla di tensioni interne alla maggioranza. “La preoccupazione è grande, grandissima, il clima che si respira è da volare di stracci. Pare ci siano guerriglie interne agli stessi partiti”.
Maria Luisa Berti (AR) si sofferma sul Servizio territoriale domiciliare. “Mi risulta che quando una squadra è efficace, non si dovrebbe cambiare. La modalità di modifica di questa struttura è sbagliata. Non è solo assistenza ad anziani, ma anche a coloro che si trovano in situazioni di temporanea fragilità”.
Rete parla di “clientelismo” con Emanuele Santi che torna sul tema dell’errata corrige: “Mi sapete spiegare cos’è successo nella notte tra il 12 e il 13 agosto? E’ una scelta politica, che prevede che la Tutela minori fosse composta da 12 persone. Poi in una notte viene smantellata e portata a 6 persone. Non è stato fatto un errore materiale, questa è una questione politica. Non prendiamoci in giro, queste cose i cittadini da casa le sentono e le sanno”.
“Per la PA – sono le considerazioni di Gian Carlo Venturini (PDCS) – stiamo lavorando al terzo fabbisogno, qui siamo indietro di 14 anni. Dunque io credo che un atto di responsabilità sia dovuto su questo importante strumento. E’ ovvio che alcuni numeri sono stati incrementati, tenendo conto però delle stabilizzazioni del 2016 e del 2022: non so fino a che punto questo possa essere definito un atto clientelare”. Ricorda poi che “la base di lavoro è quella che ha lasciato il collega Roberto Ciavatta, che aveva avviato gli incontri con i sindacati. Dunque non piove dal cielo”.
Per Fabio Righi (D-ML) “è più serio ritirare un Decreto come questo e approfondire seriamente il tema della sanità. Questo modo di fare è totalmente inaccettabile”.
Aggiunge Vladimiro Selva (Libera): “Abbiamo agito intervenendo laddove si definiscono dei principi: gli articoli 1 e 2. Non sono gli stessi di febbraio, ma sono sostanzialmente cambiati, in linea contrapposta rispetto a quella con cui il Comitato esecutivo ha cercato di gestire l’ISS”.
Nicola Renzi (RF) bacchetta Libera. “Ci sono persone che hanno fatto la campagna elettorale chiedendo voti ai cittadini per non ratificare questo atto organizzativo. Siamo in novembre, non solo non abbiamo visto avvicendamenti, ma la forza politica che all’opposizione urlava contro l’atto organizzativo, oggi si appresta a ratificare questo atto organizzativo”.
Spazio alle repliche, a cominciare da quella del Segretario di Stato Mariella Mularoni: “Quella che ha guidato il lavoro della Segreteria da me presieduta è stata la volontà di rispondere alle mutate esigenze della popolazione. Le caselline le hanno forse riempite altri, noi abbiamo lavorato per rassicurare il corpo sanitario mettendo in sicurezza l’organico. L’atto è frutto di un confronto tra operatori sanitari, sindacati e forze di maggioranza”. Interviene quindi sul tema dell’errata corrige. “L’errata corrige è stata effettuata sulla base di una richiesta del direttore del Dipartimento socio sanitario che, visionando il provvedimento normativo, aveva ravvisato che nella stesura c’era stato un errore materiale nella redistribuzione delle risorse”. Volano scintille con Denise Bronzetti (AR) che afferma: “Segretario, le avevamo chiesto un confronto in separata sede anche in Commissione, questo ci avrebbe dato l’occasione di parlare anche con gli esponenti della struttura ISS su argomenti che avrebbero avuto bisogno di maggiore approfondimento”. “La nostra proposta non ha il carattere della provocazione – afferma Luca Lazzari (PSD) -. Non basta un dibattito consiliare per trovare il modello di riforma dell’istituto. Poter creare uno spazio separato in cui si ha la possibilità di riflettere, possa essere il modo migliore”. “L’atto organizzativo è prima di tutto tecnico, portato avanti dalle strutture dell’ISS sulla base dei dati. Dopo ci sono quelli che vanno a suonare i campanelli” dice Francesco Mussoni (PDCS) respingendo le accuse di “clientelismo”. Interviene Matteo Zeppa (Rete): “Il Decreto gira da mesi. Mi volete venire a dire qua che sulla prima stesura, ci sono 70 profili di ruolo e poche ore dopo vi siete accorti che ne mancavano 6? Io credo che Emma Rossi di fronte ad una cosa del genere si rivolterebbe nella tomba”.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti. Oltre a quelli del Governo, in esame ci sono 18 emendamenti di Repubblica Futura, 8 di Domani Motus Liberi e 2 di Rete.