San Marino. In Consiglio: Sui verbali del “caso Pierfelici” si riaccende lo scontro

San Marino. In Consiglio: Sui verbali del “caso Pierfelici” si riaccende lo scontro

L’informazione di San Marino

“Devono restare segreti”. “Lo Stato si deve difendere” 

Consiglio infuocato con opposizione e maggioranza a fronteggiarsi duramente sulla richiesta dell’Avvocatura di acquisire gli atti della commissione Giustizia.

Toni alti, botta e risposta infuocati, parole pesanti usate anche sproposito. In Consiglio arriva il tema giustizia. Tutto intorno alla richiesta dell’avvocatura dello stato per la trasmissione dei verbali della commissione affari di giustizia e la richiesta, dei consiglieri di maggioranza attraverso una lettera consegnata alla Reggenza, “di visionare la documentazione della Commissione Giustizia per decidere con cognizione di causa sull’acquisizione dei verbali da parte dell’Avvocatura dello Stato in difesa del Consiglio Giudiziario Plenario nel ricorso dell’ex magistrato dirigente, Valeria Pierfelici”. Richiesta contrastata duramente dall’opposizione. Spiega il Segretario alla Giustizia, Nicola Renzi: “Siamo al paradosso per cui il Consiglio, per poter vedere documenti parlamentari, ha compiuto un iter di tre mesi, passando da una Commissione Giustizia, un Consiglio Giudiziario Plenario e tre sessioni del Consiglio Grande e Generale con nell’ultima seduta, non so se sia ostruzionismo dell’opposizione, ma il comma precedente sulla legge dei medici è durato decisamente tanto.

Vorrei poi ricordare che quanto produce politicamente l’opposizione ha un costo per il Paese. Ad esempio il famoso comunicato stampa sul colpo di stato ci è costato un lavoro immane di spiegazioni ad altri paesi che a San Marino non c’erano carri armati per le strade”. E Giuseppe Morganti, Ssd, aggiunge: “La richiesta di consultare i verbali è naturale. È sì un procedimento amministrativo, ma pur sempre di giustizia si tratta. Vogliamo nascondere al procedimento atti utili al procedimento stesso? Quella dell’opposizione mi sembra, quindi, una posizione assurda, in qualsiasi democrazia è assolutamente necessario mettere a disposizione delle parti atti che permettano di portare avanti nel miglior modo possibile sia la difesa che l’accusa. È un principio sacrosanto”. E proprio sulla revoca della Pierfelici da Magistrato dirigente del tribunale Massimo Andrea Ugolini, Pdcs, lancia pesanti accuse: “E’ stato un provvedimento di una gravità inaudita. Quello della Pierfelici è un ricorso amministrativo: occorre entrare nelle procedure, non nel merito. E ricordo che c’è un fascicolo penale aperto”. Dello stesso avviso Alessandro Mancini, Ps: “Il giudice dovrà dirimere se la Pierfelici è stata rimossa dall’incarico sulla base di leggi e norme attuali. Se l’Avvocatura deve difendere il Consiglio Giudiziario nelle sue decisioni, per quali ragioni si chiedono i verbali? Ed a sostegno di questa tesi cito una sentenza del commissario della legge Antonella Volpinari, che stabilisce l’importanza della riservatezza che può essere violata solo nell’azione penale. I verbali del Consiglio Giudiziario e Plenario rientrano, quindi, a pieno titolo negli atti coperti da segreto”. Sottolinea Iro Belluzzi, Psd: “Le sentenze fanno giurisprudenza, mentre qui c’è chi vizia e piega le norme in funzione dei risultati che vuole raggiungere. Per far capire meglio la situazione vorrei fare un parallelismo con la vicenda Asset: prima c’è stata la liquidazione poi le motivazioni. Anche con la Pierfelici prima c’è stato l’allontanamento e poi le motivazioni. Noi a questi giochetti non ci stiamo”. Dai banchi della maggioranza, immediata, parte la replica di Pierluigi Zanotti, Rf: “Vorrei sgombrare subito il campo da equivoci: nessun atto trattato dalla Commissione giustizia è coperto da segreto istruttorio, non c’è alcun procedimento penale in corso, nessuna norma ne stabilisce la riservatezza. Quei verbali sono atti del Consiglio. Non è possibile che un altro potere possa prenderli e dichiarare che il Consiglio non li possa leggere. E vorrei rimarcare poi che l’Avvocatura difende lo Stato e paradossalmente c’è chi vuole che non si permetta allo Stato di difendersi con degli atti. In un procedimento giudiziario vogliamo privilegiare una parte rispetto ad un’altra?”.

Ma lo scontro maggioranza-opposizione non si limita ai soli verbali da dare o non dare all’Avvocatura dello Stato. La bagarre si allarga anche sull’avvio della procedura di nomina di un nuovo commissario della legge. Rilancia il segretario Renzi: “La funzionalità del tribunale è tema fondamentale, considerando che in circa un anno il tribunale ha perso tre dei suoi magistrati. La situazione sta diventando molto difficile, anche a livello di lavoro arretrato”. L’opposizione non ci sta e punta il dito sulla mancata presentazione della relazione annuale sullo stato della giustizia da parte del magistrato dirigente.

Commenta Giovanna Cecchetti, Indipendente: “Questa relazione manca dal 2015. E per noi è dirimente perché ci dice cosa serve al tribunale, comprese le figure mancanti”. In questo comma Morganti, nel corso del suo intervento, cita il nome del commissario della legge da nominare, già comunicato comunque in Consiglio giudiziario plenario, prima dell’avvio dell’iter. Non l’avesse mai fatto: dai banchi dell’opposizione sale forte la protesta. Sbotta Marco Gatti, Pdcs: “E’ un fatto grave, si verifichi se c’è il rispetto delle procedure”. E Federico Pedini Amati, MdSi, ironizza: “Ma il punto all’ordine del giorno parla di votare per l’avvio dell’iter o per il nome del commissario? E’ proprio vero e i sammarinesi lo hanno ormai capito: in tribunale da quando c’è questo governo è il caos totale. Il segretario Renzi nel suo intervento ha ironizzato sul colpo di stato. E, invece, io lo ribadisco: certo che c’è stato, e di ciò che dico mi assumo la responsabilità, perché è stato defenestrato un commissario dirigente senza che ci sia una legge che lo permetta. Come non c’è una normativa che vi consente di rendere pubblici i verbali della commissione Giustizia”. Ribatte Jader Tosi, Civico 10: “Visto che Pedini ha rilanciato ancora la vicenda colpo di stato dico che voi dell’opposizione che ci accusate di essere degli spingi-bottoni guardatevi allo specchio. Proprio sul documento colpo di stato, 25 spingi-bottone hanno apposto la firma, dato che non sapevano di quello di cui si stava parlando, a meno che non fossero a conoscenza di atti che non sono pubblici”. Elena Tonnini, Rete, rilancia la polemica: “Non serve conoscere i verbali della Commissione Giustizia per capire che la legge non consente la defenestrazione di un magistrato dirigente, avvenuta attraverso un ordine del giorno in cui il voto della maggioranza ha fatto la differenza. Quel documento sul colpo di stato vi ha dato fastidio perché ha preannunciato la vostra forzatura sul tribunale e l’attacco, ignobile, successivo lanciato dall’ex segretario di Stato, Simone Celli, che ha paleseamente attaccato un commissario della legge mentre è al lavoro sull’indagine titoli. Ma Matteo Ciacci, Civico 10, invita la collega dell’opposizione a rimanere sul tema: “La richiesta è semplice: vogliamo che l’Avvocatura possa difendere lo Stato anche attraverso atti della commissione in un procedimento amministrativo? Sì oppure no? E se no, perché? E’ questo il punto. Non ne avremmo discusso in aula se la commissione avesse deciso all’unanimità. Chi dice che non sono questioni di competenza del Consiglio si assuma la responsabilità di quanto deliberato: poteva dare il via libera alla consegna dei verbali e non lo ha fatto”. Gli ribatte Matteo Zeppa, Rete: “A questo punto come commissario della commissione esteri appena riterrò opportuno che qualcosa non va in quei dibattiti renderò pubblico tutto quello che state facendo, anche se in seduta segreta. E’ la vostra idea di democrazia: o no? O stiamo tutti alla regola del gioco, e cioè dove c’è una seduta segreta, tale deve restare. Oppure crollano le basi della fiducia. A questo punto ribadisco: il colpo di stato c’è stato ed è evidente e sento puzza di fascismo. Non siamo più in democrazia, ma in una democrazia edulcorata”. E se Rete sostiene che sul tema giustizia non si doveva parlare in seduta pubblica, Roberto Giorgetti, Rf ricorda che “sono state promosse serate pubbliche su ordinanze coperte da segreto istruttorio, quelle sì, a differenza dei verbali della Commissione. Siccome sono atti parlamentari è il Consiglio Grande e Generale che deve decidere che uso farne. Ho l’impressione – ha aggiunto – che attorno a questa vicenda si stanno costruendo dei percorsi che non sono consoni né alla trasparenza né alla volontà di fare chiarezza su alcune brutte vicende che hanno interessato il tribunale e nemmeno si vuole fare l’interesse generale del paese, perché più vanno avanti queste situazioni senza fare chiarezza, peggio ne usciremo come sistema paese. Reclutamento del magistrato. La relazione del Magistrato dirigente 2017 è stata già presentata in Consiglio giudiziario plenario. Perché non è qui? Perché l’opposizione si è opposta. Che motivi ci sono, allora, perché qualcuno non vuole che completiamo l’organico del nostro tribunale?”. E Giancarlo Capicchioni, Psd, chiosa: “Fermiacoci un attimo e ragioniamo, chiedo un po’ di buon senso”.

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