“Personale dell’Iss, pasticcio stabilizzazioni”
Manca la ratifica del Consiglio, ma il Comitato Esecutivo firma ugualmente. Tutti i nomi dei precari stabilizzati
Il Comitato Esecutivo dell’Iss si è sostituito al Governo ed in particolare al Segretario di Stato per le Finanze e a quello degli Interni, firmando con le organizzazioni sindacali l’accordo applicativo per la stabilizzazione del personale precario dell’Istituto Sicurezza Sociale. Un accordo riservato al personale medico e paramedico, come era nelle intenzioni espresse in Consiglio Grande e Generale a seguito della crisi del Coronavirus, ma esteso anche a quello impiegatizio.
199 dipendenti che giustamente si vedono riconoscere una stabilità che dovrebbe essere garantita a tutti coloro che lavorano, ma anche un impegno per lo Stato e per l’Iss in un momento di particolare difficoltà finanziaria.
Di problemi però, questo accordo applicativo che riporta la data del 26 gennaio 2021, ne manifesta almeno due: il primo, come già accennato, che non è il Comitato Esecutivo dell’Iss l’organo competente alla firma. Nei casi precedenti infatti le firme erano sempre state quelle dei Segretari di Stato appositamente delegati dal Congresso di Stato. Ma ancor più grave è il fatto che l’accordo, prima di diventare esecutivo, deve essere ratificato dal Consiglio Grande e Generale, mentre il documento pubblicato si basa sul precedente accordo raggiunto col Governo il 12 novembre 2020, mai ratificato dal Consiglio. Un bel parapiglia che tra l’altro estende le responsabilità anche alla diversa formulazione di alcuni passaggi non secondari sulla decorrenza dei diritti.
Proprio per questo motivo in queste ore, la necessità di mettere a posto i documenti, sta portando il Comitato Esecutivo a richiamare alla firma le Organizzazioni Sindacali, affinché le irregolarità possano essere corrette in tempo prima di trasformarsi in errori irreparabili che vanificherebbero la routine seguita da diversi mesi (era il 28 agosto 2020 quando ci fu il primo accordo di massima).
Non dimentichiamo che l’accordo prevede alcuni passaggi positivi per dare certezze ai professionisti della sanità, fra cui la stabilizzazione automatica dopo 36 mesi in mancanza di concorso con responsabilità dei dirigenti, il rapporto di lavoro a T.I. del personale proveniente dall’estero e l’obbligo di affiancamento delle figure specializzate, affinché le professionalità acquisite non vadano perdute.
Per finire restano del tutto secondarie le polemiche relative ad alcune figure precarie che avrebbero trovato, fra le maglie del ‘parapiglia’, la possibilità di vedersi riconosciuto il diritto alla stabilizzazione con qualche forzatura, e il caso non può che riguardare parenti prossimi di chi governa.