San Marino. La Centrale sindacale unitaria spinge per la pace in Ucraina dopo un anno di guerra

San Marino. La Centrale sindacale unitaria spinge per la pace in Ucraina dopo un anno di guerra

“Occorre un ruolo decisivo dell’Onu per il cessate il fuoco immediato e la pace in Ucraina”.

A dichiararlo è la Centrale sindacale unitaria, sottolineando in un comunicato che “è già passato un anno e ancora sembra inverosimile che in Europa sia scoppiata una nuova guerra“.

“Non ci sono state pause: anzi, continuano tuttora le azioni militari che coinvolgono i civili. Altre famiglie stanno perdendo figli, madri, padri, nonni. Non vengono risparmiati luoghi intoccabili come gli ospedali e le scuole. Le torture sui prigionieri sono tornate come ai tempi delle dittature. Su questi barbari ed efferati accadimenti, occorre subito investire il Tribunale penale internazionale affinché possano essere perseguiti eventuali crimini di guerra. In questo contesto, la comunità internazionale non ha ottenuto nessuna pausa nelle ostilità: addirittura sembrano essere assunte come normale propaganda le minacce russe di ricorrere all’arma nucleare”, dice ancora Csu.

E non è finita qui: “Noi siamo stati e siamo tuttora al fianco del popolo ucraino, per il quale un anno fa pareva prospettarsi la totale sottomissione all’invasore russo: invece la resistenza non mostra alcun segno di cedimento. L’occidente, tra cui San Marino, che si è distinto per la sua accoglienza di centinaia di profughi, si è schierato a difesa del diritto internazionale, impedendo che l’avanzata russa arrivasse alla capitale, limitandola ai territori dell’Ucraina sud-orientale”.

Sempre riguardo la guerra in Ucraina, “la situazione è in stallo, anzi si prevede una recrudescenza delle ostilità nella prossima primavera, ma non è mai troppo tardi per tentare di raggiungere la pace: è necessario mettere in campo iniziative adeguate, anche se l’invasore sembra non voler arretrare di un millimetro”.

La Centrale sindacale unitaria, inoltre, ritiene che “la comunità internazionale, in particolare l’Onu, debba svolgere un ruolo decisivo, anche superando i poteri di veto, al fine di verificare la possibilità di un accordo, occorre un cessate il fuoco immediato, con l’impegno della Russia a ritirare le truppe dal territorio ucraino”.
Al contempo, “dovrebbe fermarsi l’invio di armi in Ucraina e dovrebbero insediarsi i caschi blu nei territori del Donbass, anche per vigilare sul rispetto delle intese che si dovranno raggiungere”.

“Anche se sembra impossibile, bisogna ricercare la realizzazione di un simile scenario, in primo luogo da parte dei Paesi che hanno maggiore influenza nell’ambito degli organismi internazionali. Sostenendo con sempre maggiore determinazione il valore comune che è all’origine del movimento sindacale, oggi, come un anno fa, gridiamo: solidarietà al popolo ucraino!“, asserisce infine Csu.

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