San Marino. La Commissione Affari Costituzionali approva la riforma dell’ordinamento penitenziario

San Marino. La Commissione Affari Costituzionali approva la riforma dell’ordinamento penitenziario

Approvati il Pdl Riforma dell’ordinamento penitenziario con 8 voti a favore e 5 astenuti e la Legge quadro sulla Istruzione Superiore della Repubblica di San Marino con 8 voti a favore e 4 astenuti

I lavori odierni della Commissione – si legge nel report di San Marino News Agency – ripartono dall’esame dell’articolo 31 del progetto di legge “Riforma dell’Ordinamento Penitenziario”, presentato dal Segretario di Stato per la Giustizia, Massimo Andrea Ugolini.  Si prosegue velocemente con l’approvazione del testo fino all’articolo 48, “Direzione de carcere”, in cui sono presentati emendamenti dal governo e da Libera. “Nella direzione del carcere sono state previste più possibilità- chiarisce il Sds Ugolini- viene confermata la gestione alla Gendarmeria, ma è introdotta anche la possibilità che la direzione vada a un corpo o figura esterna, infine la terza possibilità di utilizzare anche personale dirigente già presenti in tribunale, che possano contemperare entrambe le esigenze, continuare a coordinare la cancelleria del tribunale e insieme la direzione della struttura carceraria. Prevedere tutte le opzioni è elemento di opportunità che volta per volta si potrà determinare”. Infine, “l’impostazione data- puntualizza- è di continuare al momento con la direzione affidata al corpo della Gendarmeria”.
Diversamente, l’emendamento di Libera è abrogativo del comma relativo alla nomina della direzione in capo alla Gendarmeria, per ribadire l’importanza di affidare la struttura carceraria a un corpo civile e non miliare. Inoltre, “riteniamo sia necessario essere più chiari- sottolinea Guerrino Zanotti di Libera- Nell’emendamento del governo non è esplicitato il discrimine: quando si può scegliere  di affidare la guida del carcere alla Gendarmeria o a un dirigente del settore pubblico allargato? Non è stata data una casistica”. Nicola Renzi, Rf, concorda sulla necessità di creare un corpo penitenziario civile e di evitare confusione su quando si opta per la direzione affidata alla gendarmeria e quando ciò non avviene.  Rispetto a queste osservazioni, il presidente Pasquale Valentini, Pdcs, suggerisce di aggiungere nell’emendamento del governo la dizione ‘in via subordinata’ relativamente alle opzioni previste per la direzione, come elemento di chiarezza.  Da parte del governo quindi si interviene integrando l’emendamento “rimane  la via prioritaria della direzione del carcere alla Gendarmeria- chiarisce il Segretario di Stato- e qualora con provvedimento motivato il capo della Gendarmeria giustifica che non vi sono condizioni per questa possibilità di nomina all’interno del corpo, vi sono tutte le vie sussidiarie per percorrere le altre strade”.  L’emendamento di Libera viene infine respinto e quello sostitutivo del governo approvato.

Anche all’articolo 49 “Personale del carcere”, Libera presenta un emendamento che ribadisce la necessità di assegnare personale al carcere che non abbia una formazione miliare. L’emendamento viene respinto, è accolto invece quello proposto dal governo.

Il Sds Ugolini infine presenta due emendamenti all’articolo 58 “Transitorie e finali” che, come aveva anticipato nel dibattito introduttivo al provvedimento, sono relativi agli interventi di adeguamento della struttura carceraria e del suo personale. I due emendamenti sono accolti.

Nelle “Dichiarazioni di voto”, per conto della maggioranza, Mariella Mularoni, Pdcs, esprime soddisfazione per il progetto di legge che rappresenta “un ulteriore passo avanti verso l’allineamento del Paese a standard internazionali”. Sottolinea tra l’altro come nel testo siano recepite le raccomandazioni del Cpt -del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene e trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa -e si punti a favorire l‘inserimento sociale dei detenuti.  Per l’opposizione, Giuseppe Maria Morganti, anticipa l’astensione dei gruppi Libera e Rf. “Non possiamo che riconoscere l’importanza di questo progetto- motiva- che rende migliore l’accoglienza nella struttura carceraria dei detenuti, è un gesto di civiltà e non si possono non riconoscere i passi avanti”. Morganti, riferendosi agli emendamenti presentati da Libera e non accolti, precisa: “Avevamo indicato alcuni elementi che sarebbero stati  a noi cari, come l’accesso al carcere come estrema ratio, poi gli emendamenti legati al personale, sarebbero stati dei passi in avanti ancora più forti, nel portare un cambio di prospettiva, dalla sorveglianza e tutela dell’ordine all’assistenza e reinserimento sociale di chi sconta la pena carceraria”.  In definitiva, “ci sarebbe piaciuto essere ascoltati un po’ di più- conclude- e annunciamo la nostra astensione positiva nei confronti del progetto”. Si procede quindi all’approvazione del Pdl con 8 voti a favore e 5 astenuti. Sono infine indicati relatore di maggioranza Matteo Rossi, Npr, per l’opposizione Katia Savoretti, Rf.

La Commissione prosegue con l’esame al comma 3 del Pdl “Legge quadro sulla Istruzione Superiore della Repubblica di San Marino”, presentato dal Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Andrea Belluzzi. Nel dibattito i commissari esprimono a livello bipartisan apprezzamento per il Pdl e per il percorso compiuto nel processo di Bologna per il riconoscimento dell’Ateneo sammarinese a livello europeo e internazionale. Condiviso dai commissari sia di maggioranza che di minoranza è anche l’invito al Segretario di poter esaminare prima dell’approdo in seconda lettura del Pdl del decreto relativo alla nomina del Rettore e della governance dell’Università. A riguardo, in replica, il Segretario di Stato Belluzzi assicura che la Legge quadro non approderà in Consiglio grande e generale, per l’ultimo step normativo, senza la precedente condivisione del testo del decreto con tutti i gruppi.

L’esame dell’articolato procede velocemente con l’accoglimento degli emendamenti del governo e senza la presentazioni di emendamenti da parte dei gruppi.

Nelle dichiarazioni di voto:  Stefanelli, Pdcs, a nome della maggioranza annuncia voto favorevole per una norma che è “un passo in avanti, uno strumento importante anche di immagine per il  Paese”. Il commissario Morganti, Libera, a nome dell’opposizione, anticipa astensione:  nella legge riconosce che “ci sono proposte interessanti ed è assolutamente necessario riflettere su questi argomenti”, ma non nasconde le preoccupazioni “per l’uso eccessivo della decretazione”, anche perché “in questo caso ci troveremo un decreto- sottolinea- con valenza di legge”.

Il Pdl è infine approvato 8 voti a favore e 4 astenuti. Sono quindi indicati come relatore di maggioranza il commissario Stefanelli, Pdcs, per l’opposizione il commissario Morganti Libera.

La Commissione consiliare termina così i lavori.

Di seguito un estratto degli interventi al comma 3 della seduta.

Comma 3.. Esame in sede referente del progetto di legge “Legge quadro sulla Istruzione Superiore della Repubblica di San Marino” (presentato dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura)

Andrea Belluzzi, Sds per l’Istruzione e La Cultura
Il Pdl ha intenzione di introdurre un quadro normativo generale per il settore dell’istruzione superiore con cui si perseguono i principi istitutivi del Percorso di Bologna. Una delegazione della commissione ha potuto fare i necessari approfondimenti su questo processo- su come funziona e quali sono i requisiti e dove, con grande sforzo e merito il nostro sistema universitario si è collocato- nel recente incontro con la Commissione Ehea ( Spazio europeo istruzione superiore).  Ho sempre fatto il parallelismo con il sistema finanziario, in cui erano nati tanti soggetti prima di un quadro normativo chiaro Intenzione di questa legge è scrivere il quadro di riferimento, a cosa ci si rifà quando si parla di università. E’ un messaggio che si dà all’esterno, alle altre istituzioni, a Ehea e ad altri paesi. Dal riconoscimento dei gradi di studio, ai criteri di qualità interni ed esterni e  all’eventuale possibilità- restando nelle regole del gioco internazionali- che possano nascere istituti di istruzione superiore privati e non solo pubblici. Ricordiamo poi quanto introduce l’articolo 10 a tutela nei confronti dei cittadini, affinché non si ingeneri confusione sulla protezione di alcuni termini e denominazione. Nel corso degli anni abbiamo dovuto denunciare l’uso improprio di alcuni termini come Accademia o università  di San Marino. Ho depositato gli emendamenti che sono in buona parte frutto del confronto con gli ispettori Ehea, oppure emendamenti frutto di indicazioni dell’Ufficio Studi Legislativi.

Giuseppe Maria Morganti, Libera
In questo contesto, prima di approvare il Pdl si deve intervenire  sulle norme relative alla nomina del Rettore e sulla governance generale, per evitare si verifichino forme di ingerenza politica.  Il Pdl dunque non affronta questioni chiave, decidere come nominare il nuovo Rettore e il nuovo Consiglio direttivo dell’università, quali sono i percorsi di accesso e se vogliamo fare questo passo  necessario per rendere il personale universitario più stabile. Forse qui c’è stata troppa prudenza e lo scontro/opportunità  tra burocrazia e l’aspirata autonomia dell’università non si è verificata. Dopo 8 anni di vigenza della vecchia legge purtroppo abbiamo perso delle eccellenze. Ci sono comunque- ed è bene dirlo- corsi come quello del Design che sono riusciti ad affermarsi e diventare competitivi nei confronti di altre università e non può che fare onore al nostro Ateneo, così come il corso di Digital media. In termini generali, questa legge può essere accettata, il problema vero è il decreto, ci aspettavamo che in commissione arrivasse. Senza Decreto facciamo fatica a capire se riusciamo a dare risposte alle necessità organizzative del processo.

Riccardo Stefanelli, Pdcs
I temi importanti attengono più a quello che questa legge demanda al decreto. Anche io ritengo sia utile averlo prima dell’approvazione della legge, i temi sono quelli che accennava Morganti, autonomia e nomina del Rettore e sono temi complicati. La questione dell’autonomia degli enti in Repubblica è sempre complicata e dovremmo affrontarla sempre di più con l’allargamento all’Europa. Nel nostro Paese tutto passava dal Consiglio  è può essere vista come ingerenza dall’esterno, anche se per me non sempre lo è.
Il nostro problema è che non abbiamo un corpo docente, quello che abbiamo non è stabile, ma precario e in gran parte esterno a San Marino, come i Rettori sono stati finora tutti esterni. Dovremmo delegare questa autonomia a personale esterno al Paese. Ne riparleremo quando arriverà il decreto. Questa legge ha un altro scopo, nasce dall’esigenza della nostra università di farsi conoscere e riconoscere per le sue qualità e si è lavorato nel percorso che si sta facendo in Europa per trovare dei comuni denominatori nei sistemi universitari. È bene che abbiamo una normativa che non riguarda quell’istituto in particolare, ma il sistema universitario europeo che si sta costruendo.  Non si può che dare un giudizio positivo se intanto viene fatta una legge di questo tipo che introduce gli strumenti necessari per dialogare con il sistema università. Sarà opportuno poi lavorare sul decreto, prima che diventi norma di legge.

Nicola Renzi, Rf
Siamo d’accordo con quanto detto da Morganti e Stefanelli e anche con la necessità di una legge quadro tassonomica e non ci piove. Benissimo le finalità e le motivazioni della legge. C’è un ‘Ma’ però che è grande ed è quello che è stato fatto presente sull’adozione del decreto, se non altro perché questa legge sta sopra alla legge sull’università che abbiamo, tant’è che si deve scrivere nel tgesto che la legge del 2014 rimane in vigore ‘finché non viene emanato il decreto’. Ed  è un problema perché una cosa che regola l’università merita il grado di legge. Una buona legge viene accantonata con una dicitura che le dà scadenza il nuovo decreto: anche metodologicamente, l’università una legge se la merita. Si dirà che sono piccolezze metodologiche, ma ritengo sia una riflessione opportuna.

Mirko Dolcini, Dml
Anche oggi affrontiamo l’argomento Università ed è sicuramente importante, considerando la valenza di una università. Sappiamo che a a San Marino è nata in tempi recenti, tutto iniziò con la Scuola superiore studi storici che diede vita poi all’università ‘da docenti a studenti’. Si è arrivati a San Marino membro dello Spazio europeo dell’istruzione superiore e oggi arriviamo a una legge cornice che dà direttive a una disciplina per il contesto universitario. C’è chi ha ricordato come sarebbe utile la  presenza di un decreto cui la legge fa riferimento e mi trova d’accordo. Al di là di questi particolari che arriveranno strada facendo, oggi arriviamo a un pdl fondamentale. Mio auspicio è che l’università non diventi un centro di potere, ma sia costruito attorno allo studente, per la crescita del Paese.

Daniela Giannoni, Rete
I punti qualificanti a cui punta questa legge sono l’indipendenza e un maggiore respiro internazionale dell’Ateneo, sia per presenza di studenti che dei professori . E’ una legge da sostenere, vediamo se servono emendamenti per renderla il più efficiente possibile.

Matteo Rossi, Npr
Nelle scorsa settimana con altri colleghi di commissione abbiamo vissuto l’incontro con i rappresentanti Ehea che è venuta qui a San Marino e da cui abbiamo ascoltato quanto si sta facendo con questa legge quadro. Sono state apprezzate e comprese anche le nostre caratteristiche, ben venga l’indipendenza e cercare di mantenere autonomia per una università tarata sulla nostra dimensione. Ben vengano le leggi e come si cerca di migliorare. Ho apprezzato molto anche l’idea di proteggere la denominazione della nostra università. Poi c’è tutto il discorso delle qualifiche che è fondamentale, per cui credo che adottando questa legge quadro facciamo un bel balzo in avanti. Poi credo che altri dibattiti sul mondo universitario andranno affrontati. È bello vedere che va avanti, ma sappiamo bene quali sono le problematiche che vanno risolte, per esempio la questione della mancanza di studentati-case per studenti- tutti punti che dobbiamo continuare a seguire. L’imprinting è positivo partendo da questa legge quadro.

Guerrino Zanotti, Libera
Che anche la Repubblica di San Marino si doti di una legge quadro che permetta di integrarsi al sistema di istruzione superiore con tanti paesi stranieri è importante e ci pone in situazione quantomeno di parità rispetto alla comunità internazionale. Riconosco la capacità di aver lavorato benissimo al Rettore Prof Petrocelli- lavoro che ha permesso negli anni in cui era presente di far crescere qualitativamente e quantitativamente la nostra università- gli riconosco il sapere ciò che serve alla nostra università per crescere ancora. Perciò dobbiamo in qualche modo essere conseguenti alle sue richieste di autonomia da parte dell’università, può essere interpretata come richiesta di autonomia dalle ingerenze politiche, ma più che altro, ritengo da legami di carattere amministrativo che ne condizionano la vita. L’Università non può essere trattata come una sezione della Pa. Abbiamo perso tante professionalità per l’impossibilità di fidelizzare il lavoro di numerosi docenti. Lo sforzo deve essere, in un quadro di regole chiare, nella direzione di una possibilità di derogare da peculiarità amministrative del settore pubblico allargato che hanno esigenze diverse. Ultima cosa, che hanno già evidenziato in diversi, è la mancanza del decreto delegato.

Pascquale Valentini, Pdcs, Presidente
I temi che avete toccato mi hanno colpito perché Università e Televisione sono due argomenti che la politica tratta con un certo ‘snobismo’, non capendo che sono i due biglietti da visita più grossi che abbiamo come Paese. Sono già in sé elementi che vanno oltre i nostri 60 chilometri quadrati. E perché poi c’è anche il problema di coniugare la peculiarità del nostro Paese con l’universalità e la capacità di rapportarsi con il resto del mondo. Tenere insieme questi due elementi non è facile. Ma c’è un criterio che dobbiamo usare, quello di non vendere cose non reali. Se l’università c’è, deve essere università, se televisione è, televisione deve essere. Non è che se siamo piccoli allora questo ci consente di fare cose senza la sostanza che devono avere. E’ un impegno grosso. E molte volte la politica non ha considerato le peculiarità di questi due istituti li tratta come ‘elemento locale’.
Mi auguro si possa lavorare su quel decreto perché modifica una legge quadro del 2014 e comprende al suo interno lo Statuto dell’università per fare in modo che quell’intervento abbia la dignità necessaria.

Sds Andrea Belluzzi, replica
Ringrazio per il contributo di tutti. E’ doveroso replicare. Penso al corso di Laurea in Ingegneria Gestionale che ha fatto fatica a far partire la Laurea magistrale perché tutti gli studenti della triennale avevano trovato lavoro. E penso ai premi prestigiosi ottenuti da corso di laurea del design.. queste sono le cose vere che ci riconoscono gli altri. E lo sforzo nei decreti sarà quello di trovare il punto di sintesi tra quello che ci chiedono i sistemi internazionali in cui siamo e uno Stato che ha investito nell’università e continua a investire. Stiamo valutando il discorso dello studentato e anche immobili nel sito Unesco per nuove sedi universitarie E’ ovvio che bisogna trovare un punto di equilibrio tra il tema dell’autonomia e le peculiarità del nostro Stato. Sui decreti: posto che quella legge precedente è stata un’ottima legge, ma riguarda l’università pubblica e questa è una legge quadro dell’università invece. Quella legge non è da buttar via, ma da mettere a posto alla luce del fatto che oggi siamo nel processo di Bologna, è solo un aggiornamento. E sicuramente prima della seconda lettura, con tutte le forze politiche, vedremo e valuteremo i decreti. Non arriveremo  alla seconda lettura senza condivisione dei decreti. Accetto le critiche, ma la decretazione è necessaria per essere parte di un processo vivo come quello di Bologna. Non è uno svilire l’università.  Il riconoscimento delle carriere resta un tema di confronto bilaterale.

 

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