Le cifre parlano chiaro – afferma la CSU – la crisi continua a mordere e a sei anni di distanza dalla tempesta economica e finanziaria che si è abbattuta su San Marino l’emergenza occupazionale non accenna a diminuire, anzi è peggiorata e ancora non c’è un piano di sviluppo in grado di dare una svolta al Paese.
La disoccupazione non dà segni di arretramento. Dai numeri pre-crisi attorno alle 400-500 unità, nel 2012 i senza-lavoro hanno superato quota mille (1.332) e nell’ultimo biennio il numero è drammaticamente cresciuto a 1.493 nel 2013 e a 1.596 nel 2014. Percentualmente il tasso di disoccupati negli ultimi sei anni è schizzato da 3,62% a 9,81%. Una vera e propria escalation.
Il comparto privato è stato quello più esposto all’emorragia occupazionale e alla morìa di aziende. Nel 2008, inizio della crisi, gli occupati dei diversi settori economici (industria, edilizia, commercio, finanziario e servizi) erano 15.935. Un numero che anno dopo anno si è assottigliato, passando a 14.653 nel 20012 e a 14.533 nel 2013, per ridursi ancora a 14.360 nel 2014. Ancora più grave l’emorragia che ha interessato i lavoratori frontalieri, che nello stesso periodo sono passati da 6.588 a 5.121 unità. Un taglio secco del 22,27%. (…)
Leggi il comunicato, Centrale Sindacale Unitaria