San Marino. La lettera di dimissioni del Generale Alessandro Gentili, comandante della Gendarmeria

San Marino. La lettera di dimissioni del Generale Alessandro Gentili, comandante della Gendarmeria

Ecco il testo della lettera di dimissioni  (accettate) del Comandante della Gendarmeria della Repubblica di San Marino letta ieri pomeriggio in Consiglio Grande e Generale (vedi resoconto Agenzia Dire). Dimissioni che erano state rese pubbliche dallo stesso Generale accompagnate da un comunicato. All’origine del caso una serie di affermazioni attribuite al Generale, riportate in una nota dell’ordinanza del secondo arresto Podeschi-Baruca.

Prendo atto delle difficoltà incontrate dal mio arrivo in Repubblica. Riscontrate già da 6 mesi prima di assumere l’incarico. Non posso fare altro che constatare l’evidente e assoluta impossibilità di proseguire in un incarico rivelatosi incomprensibilmente troppo complesso. Le notizie uscite sulla mia persona hanno avuto risonanza negativa e altamente lesiva tanto della mia onorabilità quanto della dignità delle Pubbliche Istituzioni. Tenuto conto che non posso difendermi da fatti di cui ho avuto solo generica cognizione chiedo alla Reggenza di volermi prosciogliere dai vincoli di ferma quinquennali assunti con il contratto di novembre 2013. Esprimo profondo rammarico per epilogo innaturale, peraltro da tempo da me presagito e previsto come ineluttabile. Epilogo che, come tale, va a sommarsi con altrettanti epiloghi traumatici che, per diversi fattori e differenti problematiche nelle quali non posso ovviamente immedesimarmi, hanno visto comunque l’allontanamento dalla Repubblica in successione di ben tre funzionari delle Polizie italiane: eventi che non possono non porre inquietanti interrogativi, che non compete certe al sottoscritto chiarire. Mi rincresce che nonostante la mia predisposizione non si è potuto instaurare un migliore e proficuo rapporto di collaborazione con la Magistratura, con la quale dallo scorso settembre si sono incomprensibilmente ventilati a più riprese attriti e contrasti e con la Gendarmeria ed il suo comandante: chi scrive continua a non comprendere a cosa sono dovuti. Né si può pensare che tale precisazioni, formulate sempre in modo riservato in carteggi ufficiali, tese a ricercare maggiore efficacia collaborativa e rispetto dei ruoli tra istituzioni, possano obiettivamente divenire base per attriti o azioni di delegittimazione. Le presunte delegittimazioni hanno spesso avuto corpo ed ingiustificato eco a mezzo stampa, certo mai attivata dal sottoscritto, né dalla Gendarmeria. Dunque in cosa si sostanzierebbero codeste delegittimazioni? Non ho mai mancato di lealtà a istituzioni sammarinesi. So cos’è la lealtà. E ho espresso parole di vivo apprezzamento e ammirazione per la Repubblica, le sue istituzioni pubbliche e anche per l’assetto e la funzionalità del Tribunale. Ho dedicato risorse, pazienza e tempo alla Gendarmeria che ho rilevato disorientata e provata da vicende che affondano le radici in tempi non recenti. Al corpo auguro migliori fortune”.

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