San Marino. La protesta dei genitori di una IV elementare per il pensionamento forzato dell’insegnante

San Marino. La protesta dei genitori di una IV elementare per il pensionamento forzato dell’insegnante

SAN MARINO. Riceviamo e pubblichiamo

Con la presente segnaliamo una situazione di disagio che si è venuta a creare in una classe IV elementare della Repubblica di San Marino a seguito del pensionamento forzato dell’insegnante, che a nostro avviso viene a ledere i diritti dei bambini alla continuità didattica e richiediamo cortesemente di pubblicare il seguente articolo.  

Obbedire o valutare … Quando si è genitori ed insegnanti … Non si può più tacere!

Con la presente siamo a sottoporre all’opinione pubblica il nostro sconcerto di fronte all’ennesimo atto di lontananza del nostro governo dalla realtà quotidiana delle famiglie sammarinesi che, ancora una volta, subiscono senza alcuna possibilità di intervento la decisione di collocare a riposo forzato una tra le figure di riferimento più importanti per i nostri figli e proprio all’ultimo anno di scuola elementare.

A prescindere da quanto previsto dall’articolo 42 della legge 23 dicembre 2014 numero 219 “Bilanci di previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2015 e bilanci pluriennali 2015/2017″, si evince che, ancora una volta, il valore profondo della continuità didattica, così tanto sostenuto, ed il rapporto umano che dovrebbe avere ancora una qualche valenza, speriamo almeno in un ordine di scuola elementare, passano in subordine rispetto alle necessità di un bilancio che si suppone possa trarne un qualche beneficio. Sicuramente farebbe bene ad ognuno di noi, ricordare che un tempo siamo stati tutti bambini, spensierati, innamorati della vita, fiduciosi nel prossimo, onesti nei giochi comuni. Ci è stato insegnato e mostrato con l’esempio quotidiano, il rispetto delle regole per poter vivere insieme ad altri esseri umani, il valore della condivisione e dell’onestà nelle relazioni, la passione e l’impegno necessari per conseguire i grandi traguardi della vita, siamo stati davvero fortunati, già, abbiamo avuto dei bravi maestri!

Ma forse abbiamo dimenticato cosa ci rendeva felici, quello che determinava il nostro orgoglio e quello dei nostri genitori che forse erano meno potenti o possidenti rispetto a tanti di noi, ma certo in larga parte più onesti e ricchi di valori.

Da bambini si creano rapporti davvero speciali, perché si viene affidati dalla propria madre alla maestra che con esperienza e rispetto amorevole ci aiuterà a crescere. E all’inizio è davvero difficile per tutti: ci si deve conoscere, capire, fidare, imparare a vedere in quell’adulto un nome e un cuore, che piano piano si impara ad amare.

Il lavoro dell’insegnante è il modo più bello di impiegare le proprie energie al servizio di volti e cuori meravigliosi e unici. E con le ovvie fragilità, proprie della nostra specie imperfetta, l’insegnante si mette in gioco ogni giorno, cercando di offrire il meglio di sé, trascurando i propri pensieri o esigenze e tuffandosi nel bisogno di chi gli è seduto davanti e ascolta, osservando l’esempio e l’amore con cui si crede che quei saperi debbano essere trasmessi!

C’è poi anche il momento del distacco. Noi maestre sappiamo che raggiunto quel certo percorso, e non prima (!), dovremo lasciarli andare ognuno per la sua strada, con il personale bagaglio supportato da spalle un po’ più forti… E credete, cari onorevoli, che ogni volta ci si stringe un po’ il cuore, perché siamo consapevoli che da lì a poco saranno uomini e donne e il nostro esempio di vita un po’ li avrà condizionati.

È una grande responsabilità.

Ma è altrettanto enorme la responsabilità che vi assumete. E per cosa? Alla fine cosa ci guadagna uno Stato, l’antica Terra della Libertà, il posto in cui ho deciso di crescere i miei figli, dall’obbligare un insegnante egregia, ad andare in pensione. Una maestra che vorrebbe solo poter concludere l’ultimo anno di un percorso esemplare con i propri bambini (che impoverimento, cari Ministri tutti, quando i ragazzi perdono certe insegnanti!)!

Chi ha deciso di rattristare profondamente tanti bambini e tutte le loro famiglie lo fa per risparmiare? Su ciò che ci era stato precedentemente rubato… Non è facile risollevare la nostra patria se le fondamenta non sono solidamente cementate su valori che non siano traducibili solo in cifre! Garantire la continuità didattica (sostenuta per legge), dovrebbe essere un dovere prioritario per chi delibera. E’ un diritto fondamentale di ogni bambino, in qualsiasi ordine scolastico, ma specialmente se appartenente ad una fascia d’età così importante e delicata, come è quella che va dai 6 ai 10 anni. E dovrebbe essere ancor più tutelato quando il rapporto docente-discente si è rivelato così fruttuoso e ricco, anche a livello umano.

La scuola, nonostante i ‘badge’, non ospita uffici ma bambini, che già dovranno affrontare un futuro impegnativo per colpa di chi ha rubato, non per colpa loro! Controllate pure il lavoro dell’insegnante, ne siamo felici, perché finalmente sarà palese agli occhi di tutti cosa significhi fare scuola oggi. Chi si assume la responsabilità di deliberare anteponendo a queste, altre questioni è davvero coraggioso, ma non merita stima.

Con infinito rispetto e gratitudine nei confronti di tutti i maestri dei nostri figli

[La lettera è stata inviata dalla Signora Mirella Moretti a nome di tutti i genitori della classe ]

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