La Serenissima: “Pubblica amministrazione, non serve una riforma ma norme chiare e più coraggio”
In tutto il mondo, il settore della Pubblica amministrazione si trova sotto pressione per l’obbligo di migliorare le prestazioni, pur contenendo l’aumento della spesa: i cittadini esigono giustamente che la pubblica amministrazione sia tenuta a rispondere di come utilizza il denaro dei contribuenti nell’erogazione quotidiana dei servizi. Per molti anni la strada scelta per migliorare l’amministrazione pubblica sul Titano è stata quella delle grandi riforme o di annunci di grandi riforme. Questi tentativi hanno dato costantemente esiti inferiori agli annunci e alle attese. Le grandi riforme richiedono tempi e processi di attuazione molto lunghi e una enorme dispersione di risorse rispetto alla drammaticità delle esigenze che abbiamo davanti e ai vincoli di investimento della nostra finanza pubblica. Le grandi riforme si ispirano a principi che seppur condivisibili in astratto (chi è contrario al merito, all’efficienza o alla trasparenza?) non rappresentano concreti obiettivi strategici capaci di guidare e trainare l’innovazione. Occorre però scegliere alcune precise priorità strategiche, qualificarle in termini di obiettivi operativi, condividerle con gli attori sociali e rispetto a queste concentrare gli sforzi di innovazione. Non esiste una bacchetta magica per migliorare l’efficienza Chiunque sia coinvolto nel settore pubblico ammetterà che non esiste un modo per migliorarne l’efficienza, né soluzioni miracolose per far quadrare il paradosso del dover produrre di più con meno risorse. L’argomento a favore di una maggiore efficienza nel settore pubblico in un momento di tagli alla spesa e di aumento della pressione sui servizi è scontato, ma l’importanza dell’efficienza si estende ben oltre il risparmio. In sostanza, direi che riguarda il modo in cui la pubblica amministrazione e i suoi uffici interagiscono con i cittadini, offrendo servizi adatti alle loro esigenze (…)
Articolo tratto da La Serenissima