Il 26 novembre 2009, firmando con l’Italia l’accordo di collaborazione
finanziaria, il Governo della Repubblica di San Marino ha inflitto una ferita gravissima alla sovranità del Paese.
Poca avvedutezza da parte sammarinese, nel mettere a punto il testo dell’accordo parafato fin dal 25 giugno dello stesso anno.
Come è potuta succedere?
Auri sacra fames.
Maggiorenti sammarinesi andavano dicendo da mesi con la abituale saccente superficialità che con tale accordo per i soggetti finanziari della Repubblica di San Marino si sarebbero spalancate le porte della piena operatività in Italia e perfino in Europa.
Di tale miraggio si parlò – con palpabile frenesia – perfino il giorno stesso della firma: al più quindici giorni e le imprese finanziarie sammarinesi avrebbero avuto il segnale della carica.
Non è andata cosi. Insomma il piatto di lenticchie non è arrivato. Rimane, invece, per sempre, la ferita alla sovranità, dato che il Consiglio si accinge – senza alcun ripensamento – a ratificare anche detto accordo quasi fosse alla pari degli altri.
Vedi articoli di:
– Marino Cecchetti, pubblicato anche su L’Informazione di San Marino
(San Marino beffato da Giulio Tremonti. L’atto firmato dal segretario agli
esteri ricorda quello della resa della Repubblica di San Marino di fronte al
cardinale Giulio Alberoni).
– Pier Roberto De Biagi, pubblicato anche su San Marino Oggi (La ‘beffa’
di Tremonti e l’imbroglio degli Accordi con l’Italia) e su L’Informazione di
San Marino (Svenduta nostra sovranità).