La Svezia e la sua scelta controcorrente: “Qua la vita va avanti, tutto è aperto”
Simon Pietro Tura
Tutta Europa è in lockdown per l’emergenza sanitaria che sta colpendo il Vecchio Continente. Ma c’è un Paese in cui si sta continuando a vivere la vita quasi come se nulla stesse succedendo.
In Svezia infatti, nonostante il numero dei contagi stia crescendo molto rapidamente il governo ha scelto di adottare una politica completamente diversa da tutte le altre Nazioni. A ieri erano più di 12mila i casi accertati, con 1.333 morti e 1000 persone in condizioni critiche. “Qua non c’è un vero e proprio lockdown, le autorità consigliano agli anziani di restare in casa e a tutti gli altri di uscire solo in caso di necessità, ma ci si può muovere liberamente, senza bisogno di un’autocertificazione” spiega Jimmi Burgagni, sammarinese di 24 anni che dopo la laurea in Ingegneria Gestionale all’Università di San Marino si è trasferito nella natìa Uppsala, città a circa 70 km da Stoccolma, per completare gli studi con il corso di specialistica.
Qui vive in un appartamento con altri otto ragazzi, ma al momento sono solo in tre perché gli altri hanno preferito tornare a casa dai loro genitori quando l’Ateneo ha sospeso le lezioni frontali.
“Le attività universitarie proseguono online, anche perché qua alcuni corsi erano totalmente via internet già da prima che scattasse l’emergenza, per cui l’ateneo non ha dovuto inventarsi niente, solo implementare la modalità anche per tutti gli altri. Anche le lezioni per i ragazzi delle superiori si stanno svolgendo via pc, mentre gli alunni delle medie e quelle delle elementari continuano regolarmente a recarsi a scuola, questo anche perché in Svezia c’è una legge che consente ad un genitore di non andare a lavorare se ha un figlio da accudire a casa, per cui per permettere alle fabbriche e agli uffici di rimanere aperti si è deciso di non chiudere nemmeno asilo e scuole elementari” afferma Jimmi.
“Chiaramente anche qui in Svezia il coronavirus si è fatto sentire, ma per ora la vita qua va avanti abbastanza normalmente. I ristoranti e bar sono aperti e ci si può andare tranquillamente, ovviamente mantenendo le distanze di sicurezza. Le uniche attività che hanno avuto qualche difficoltà sono quelle che lavorano con l’estero, dato che oltre il confine è tutto chiuso” continua Jimmi, che poi spiega come “la scelta di mantenere tutto aperto è prettamente politica, i medici spingono per fare il lockdown esattamente come il resto del Continente, ma per ora si va avanti così”.
Jimmi stesso ammette che potrebbe essere stato colpito dal Coronavirus: “Settimana scorsa ho avuto febbre e mal di testa, ma tutto quello che ho dovuto fare è collegarmi al sito della Sanità e spiegare i miei sintomi. Mi hanno consigliato di riamanere a casa e di avere meno contatti possibili, ma non mi hanno sottoposto ad alcun tipo di tampone, perché qui lo si fa solamente a chi sta particolarmente male. Stoccolma, la capitale, è la più colpita e quella dove gli ospedali sono più saturi, mentre le altre città non sembrano avere troppe difficoltà a gestire la situazione. Al momento poi è possibile spostarsi liberamente in tutto il Paese, sempre tenendo presente che le autorità sconsigliano l’utilizzo di mezzi pubblici, anche se sono stati tenuti a terra gli aerei”.