“C’è una componente fondamentale delle comunità moderne e avanzate: la Libertà. È un valore che si coniuga su due concetti determinanti: i diritti e i doveri”.
Così l’Associazione Oncologica Sammarinese, che aggiunge: “aspetti sui quali si costruisce la nostra vita quotidiana e che, in momenti di emergenza e difficoltà, possono variare sulla scala delle priorità. Quello che dal nostro punto di vista non può flettere mai è il diritto alla salute, alle cure sanitarie, a ricevere i trattamenti necessari per proseguire in un percorso di cura e di speranza”.
L’Associazione spiega come “In questi due anni di pandemia il personale sanitario, stremato ma sempre presente, ha svolto e continua a svolgere una vera e propria missione, di cui tutti noi cittadini non possiamo che essere profondamente grati.
Un lavoro complicato e difficile, reso ancora più gravoso da una crescente diffusione del contagio che sta costringendo a concentrare tutte le risorse e destinarle alla cura del Covid.
Abbiamo un solo ospedale, con una sola rianimazione: non possiamo monopolizzare l’intera struttura per un’unica affezione; le altre patologie non vanno in vacanza.
Una situazione ancora più complicata per i pazienti oncologici, nonostante l’abnegazione dei medici del reparto, che rischiano di vedere compromessi i progressi raggiunti in termini di guarigione e di sopravvivenza”.
Poi l’Associazione affronta il tema di chi ha scelto di non vaccinarsi: “Non sta a noi esprimere giudizi sulle scelte di chi ha deciso di non sottoporsi alla vaccinazione, per ragioni difficilmente comprensibili, ma non possiamo fare a meno di mettere in evidenza che vaccinarsi è un dovere, un atto di rispetto verso se stessi e verso il prossimo. Soprattutto verso il prossimo più vulnerabile!
Esistono persone in fila per un tampone per ballare in compagnia in discoteca da “liberi “ non vaccinati, mentre esistono persone in fila per un tampone sperando di essere liberi di fare il ciclo di chemioterapia; da soli, senza il conforto di una persona cara.
Così come esistono bambini che hanno vissuto mesi in isolamento ospedaliero, che non possono vaccinarsi e non hanno difese immunitarie: per loro non deve esistere una “DAD a vita”, “danno collaterale” dell’esercizio dei “diritti” dei “sani e liberi””.
Riflessione che porta l’Associazione a chiedere: “È accettabile tutto questo? Noi siamo convinti che non lo sia”.
Ed aggiunge: “La maggioranza della popolazione ha risposto con senso di responsabilità alla campagna vaccinale, una sorta di “Referendum sull’abrogazione del Covid”, esprimendo con un gesto civile e consapevole il dovere di rispettare la vita, e ora vuol testimoniare, con ferma ed inamovibile volontà, il valore del dovere di tutela della salute pubblica e il rispetto per chi sente il dovere di salvare le vite.
L’immunità di gregge si raggiunge agendo con doveroso senso di responsabilità collettiva. Il virus non deve circolare più, o circolare il meno possibile: uccide, muta, si adatta ed uccide ancora. Che piaccia o meno, lo strumento cardine rimane il vaccino.
È ormai evidente che ulteriori misure restrittive per chi non ha questa sensibilità e non ha neppure la sensibilità di evitare comportamenti che favoriscano la diffusione del virus, siano da considerare necessarie, vista l’attuale esplosione di casi in territorio e le allarmanti dichiarazioni che il personale dell’ISS diffonde.
Quindi la conclusione: “È luogo comune ritenere che la Libertà di ognuno di noi finisca dove comincia quella degli altri, sicuramente noi siamo convinti finisca laddove inizia la malattia”.