Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino, nei giorni scorsi, ha collegato l’attivazione della San Marino Investimenti (Smi, una finanziaria fiduciaria simbolo di una San Marino crocevia di nefandezze italiane e nostrane), alla depenalizzazione di certi reati fiscali e societari avvenuta poco prima. Depenalizzazione proposta da politici campioni di una mediocrità che era – e continua ad essere – l’opposto della intellighenzia che ha guidato il piccolo Paese e nelle piccole e nelle grandi traversie della storia.
Tale depenalizzazione ha richiamato qui frotte di malintenzionati sicuri, come è poi successo, di farla franca dalla giustizia e di questo e degli altri Paesi.
Finora si pensava che tali malintenzionati avessero ricattato – e nulla più – il Paese, come è successo con Banca del Titano, approfittando appunto delle mediocrità degli interlocutori locali.
Ora, da quanto emerge da Banca Commerciale, si evidenza che tali politici non erano solo campioni di mediocrità.
Il colmo è stato raggiunto con l’imposizione di tasse ai comuni cittadini per coprire sospette connivenze ((banche,
monofase), ben sintetizzata dalla vignetta odierna di Ranfo.
In galera chi OSA PARLARE DI QUESTI SCANDALI