San Marino. “Legge sull’aborto: la coscienza non deve prevalere sul risultato referendario”

San Marino. “Legge sull’aborto: la coscienza non deve prevalere sul risultato referendario”

Nella puntata di lunedì scorso di CSdL Informa si è parlato anche dei pdl all’esame della IV Commissione Conciliare Permanente. Sono intervenuti il Segretario Generale Enzo Merlini, il Segretario Confederale William Santi e la Funzionaria Simona Zonzini.

In merito al pdl “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”, il cui esame è cominciato venerdì 22 Luglio, l’inizio non lasciava presagire nulla di buono. Evidentemente non è stato svolto il dovuto confronto preventivo, né in maggioranza, né tra questa e le opposizioni. Infatti, tutte le forze politiche hanno presentato un totale di circa 100 emendamenti, peraltro in taluni casi antitetici, al testo predisposto dal Governo: alcuni celavano il pericolo di non “rispettare” l’esito del referendum del 26 settembre dello scorso anno.

Nella discussione relativa ai primi articoli (finalità della legge, istituzione del consultorio e i compiti del consultorio) sono stati determinanti quei Commissari che hanno dichiarato che il loro voto sarebbe stato secondo coscienza, aprendo la strada al pericolo che entrasse dalla finestra quello che non era riuscito ad entrare dalla porta, ossia che la pratica dell’IVG fosse imbrigliata in lacci e lacciuoli.

In occasione della puntata di CSdL informa abbiamo espresso un sentito auspicio affinchè la “coscienza” non prevalesse sul risultato referendario.

“Cogliamo l’occasione – scrive la CSdL – per commentare la conclusione dei lavori della Commissione. Dopo un inizio incerto, che ha determinato l’approvazione dei primi articoli a stretta maggioranza, peraltro con alleanze variabili, i lavori sono proseguiti in un clima diverso che ha prodotto l’approvazione di quasi tutti gli articoli all’unanimità. Ci chiediamo: perchè il lavoro di mediazione inaugurato dalla seconda giornata non è stato svolto preventivamente, durante i 10 mesi trascorsi dalla celebrazione del referendum?

Se in corsa è stato possibile tale risultato, probabilmente vi potevano essere le condizioni per condividere l’intero testo all’unanimità, come avrebbero meritato i cittadini, che con il loro voto hanno fornito al legislatore una inequivocabile espressione di volontà. Per questi motivi, siamo delusi dall’esito finale, in quanto approvato a maggioranza, a nostro avviso inspiegabile dopo una così forte ritrovata unità d’intenti. Auspichiamo che ciò avvenga in occasione dell’esame in seconda lettura da parte del Consiglio Grande e Generale.

Circa il progetto di legge sugli interventi a sostegno della famiglia e della genitorialità, la CSU ha inviato una nota a tutti i gruppi consiliari, che riepiloga le proposte del sindacato, le quali finora non sono state accolte dal Segretario di Stato Ugolini.

Una delle principali richieste è quella di riconoscere una indennità e la relativa contribuzione figurativa anche alle donne che cercano lavoro e non percepiscono ammortizzatori sociali. Tale sostegno economico incentiverebbe le coppie a non rimandare la decisione di avere figli: la disoccupazione e lo stato di precarietà economica sono notoriamente tra le cause della denatalità. Nei paesi ove simili interventi sono stati attuati, considerandoli investimenti e non costi, come invece ritiene il Governo sammarinese, i risultati sono stati evidenti. Naturalmente, sarebbe necessario avere a disposizione uno strumento come l’ICEE, al fine di tarare i sostegni in misura equa, ma nell’agenda del Governo non pare essere una priorità.

Altra richiesta fondamentale è quella di riconoscere i congedi parentali anche per chi ha genitori o parenti disabili residenti fuori territorio, oltre che ai lavoratori frontalieri, finora ancora esclusi dalla possibilità di beneficiare di questo fondamentale diritto, necessario per accudire familiari con problemi di salute. Si tratta di una discriminazione inaccettabile; i lavoratori devono avere gli stessi diritti indipendentemente dal loro paese di residenza. È vero che anche in Italia vengono riconosciuti solo ai residenti, e quindi ne sono esclusi i sammarinesi che lavorano in detto Paese, ma riteniamo che fare il primo passo possa aiutare a sbloccare i necessari adeguamenti alle Convenzioni esistenti tra i due Paesi.

Si tratta di interventi di carattere sociale che non devono sottostare a logiche di budget, tanto più considerando che, stando a quanto annunciato dal Segretario di Stato per le Finanze, quest’anno il bilancio dello Stato si chiuderà addirittura in attivo”.

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