Riflessioni di Leonardo Raschi sullo stato attuale della sinistra sammarinese.
Prima è stato il consigliere del Partito Socialista – Federico Pedini Amati – che al congresso del suo partito, nella primavera scorsa, non è entrato nella Direzione. Poi è stata la volta del consigliere di Sinistra Unita – Alessandro Rossi – che si è dimesso dal Consiglio Grande e Generale. Infine nei giorni scorsi è stata la volta del Presidente del Partito dei Socialisti e Democratici – Denise Bronzetti – che si è dimessa addirittura dal partito. A questo punto sorge spontanea una domanda: si tratta di avvenimenti che possono essere collocati all’interno di una normale dinamica politica o c’è qualcosa di più profondo che tocca l’essenza stessa dell’essere e del definirsi di sinistra? (…)
Quindi la sinistra di oggi si trova stretta tra due cunei: da un lato l’antipolitica dall’altro diventare forza di governo a tutti gli effetti, con tutto il carico di proposte che ciò comporta. Non vi è dubbio che in questi anni i partiti di sinistra abbiano subito l’iniziativa dei sindacati. Spesso sono andati a rimorchio. Una sinistra che vuole essere di governo deve rimodulare il proprio rapporto con il sindacato. Ma non solo: deve rimodulare il proprio rapporto anche con il liberalismo, con il capitalismo, con la religione e i temi etici. Dall’altra parte c’è solo l’antipolitica. (…)
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