San Marino. L’Informazione, Ghiotti smentisce D’Addario: “Da Grandoni non c’erano né Fantini né Buriani”

San Marino. L’Informazione, Ghiotti smentisce D’Addario: “Da Grandoni non c’erano né Fantini  né Buriani”

Altre testimonianze sgretolano le tesi accusatorie L’ex presidente di Carisp chiarisce chi fosse presente e chi no alla serata dello spoglio elettorale del 2008

ANTONIO FABBRI. Nuova udienza, ieri, del processo a carico del Commissario della legge Alberto Buriani, dell’ex Segretario di Stato Simone Celli e, in uno dei procedimenti riuniti, di caporedattore e direttore di questo giornale, accusati di avere fatto il loro lavoro, cioè avere pubblicato una notizia pubblica come è emerso nuovamente anche ieri dall’audizione testimoniale dell’ex Segretario all’industria Andrea Zafferani, uno dei due testimoni sentiti ieri. Sono così quattro gli ex Segretari a confermare che quanto pubblicato da “L’informazione” a suo tempo fosse pubblico. Ai quattro membri di governo si aggiunge anche il Presidente della Commissione di inchiesta su BancaCis che ha testimoniato dicendo la stessa cosa, anche perché le medesime informazioni sono state pubblicate dalla Commissione di Inchiesta nella propria relazione e si trovano ancora oggi sul sito del Consiglio grande e generale. Questo ancorché l’accusa mossa sia “pubblicazione di atti coperti da segreto”.

Ma non è emerso solo questo nell’udienza di ieri.

La testimonianza di Ghiotti Il testimone Gilberto Ghiotti, ex presidente della Cassa di Risparmio, ha in sostanza smentito quanto testimoniato da Federico D’Addario. Ha infatti con sicurezza affermato che alla serata dello spoglio elettorale del 2008 presso l’Ufficio di Grandoni, c’era Gabriele Gatti, ma non c’erano né Mario Fantini, né il Commissario Buriani. Tanto da far sorgere il dubbio, a questo punto, che forse non ci fosse D’Addario, dato che Ghiotti ha dichiarato di non conoscerlo. D’Addario, contrariamente a Ghiotti, non ha mai parlato di Gatti, mentre ha sostenuto che fossero presenti Fantini e Buriani, cosa categoricamente esclusa da Ghiotti.

Una differenza di dichiarazioni che l’avvocato di Buriani, Michela Vecchi, ha rilevato, tanto da chiedere prima la possibilità di mostrare a Ghiotti una foto di D’Addario per capire se vedendolo lo riconoscesse: richiesta rigettata dal giudice. L’avvocato Vecchi ha chiesto allora un confronto “all’americana” tra D’Addario e Ghiotti. Istanza anche questa, però, rigettata dal giudice Adriano Saldarelli, che lo ha ritenuto non necessario ai fini della decisione.

La testimonianza di Zafferani Secondo testimone dell’udienza di ieri, Andrea Zafferani, nella precedente legislatura Segretario di Stato all’Industria e membro del Ccr.

Proprio dalle domande su una riunione del Ccr del 2 agosto 2018 si è partiti.

In quell’occasione c’era da erogare un ulteriore finanziamento per iniezione di liquidità a BancaCis. “La Bcsm ci chiese una riunione di urgenza del Comitato per il credito e il risparmio perché aveva deliberato un finanziamento a BancaCis e voleva una ratifica del Ccr Su questo finanziamento. Già prima della riunione, quando avevamo ricevuto una e-mail che ci anticipava questa richiesta, ci eravamo subito detti che era totalmente impropria come richiesta, dato che il Ccr non aveva né le competenze né le conoscenze per sapere se una banca andasse finanziata o meno. In quella riunione confermammo queste idee su cui ci eravamo già consultati. Prendemmo atto della richiesta, ma non ratificammo”, ha detto Zafferani.

La questione emerse anche in Commissione di inchiesta ed emerse anche che venne cambiato un verbale del Consiglio direttivo di Banca Centrale in quella circostanza. Circostanza cui la Commissione dedica un paragrafo proprio dal titolo: “Il verbale cambiato”. Su questa singolarità venne a suo tempo fatto un esposto da alcuni membri della Commissione di inchiesta. Ieri l’avvocato Maria Selva ha fatto sapere che l’esposto è stato archiviato, depositando il provvedimento.

Zafferani poi ha parlato del clima di quel periodo e che c’era una certa vulgata utilizzata anche nella campagna elettorale successiva, circa la vicinanza alla galassia Cis da parte di Celli e del governo. C’erano attacchi continui con una narrazione non fondata.

Poi il famoso incontro del 5 aprile con Catia Tomasetti e le sue dichiarazioni. “Ci fu una convocazione d’urgenza fatta dalla Reggenza. Io tra l’altro ero impegnato in un incontro con gli esperti di Fitch. Comunque, la incontrammo, la Reggenza riferì la situazione e della volontà della Tomasetti di richiedere una seduta segreta del Consiglio per ottenere il rinnovo della fiducia. La Reggenza riteneva questa richiesta impropria… ci chiese di interloquire per trovare soluzioni differenti rispetto alla richiesta di un Consiglio straordinario. L’incontro fu molto forte nell’impatto, la Tomasetti buttò sul tavolo l’atto con cui era stata indagata e ci iniziò a dire che era un atto, una azione contro di lei, che la si voleva mandare via e sostanzialmente ci confermò l’idea di voler richiedere una conferma.

Il resto è pubblico, quello che ci disse noi lo abbiamo verbalizzato, è finito anche negli atti della Commissione di inchiesta. E’ pubblico quel verbale”.

L’avvocato Enrico Carattoni ha allora chiesto di ricordare cosa disse la presidente di Bcsm: “Disse di avere incontrato il generale Carta e raccontato del sistema bancario e finanziario sammarinese e di avere incontrato non meglio precisati esponenti della commissione antimafia italiana. Non sapevamo queste cose e rimanemmo abbastanza sbigottiti”.

Quanto al tema della vendita di BancaCis o della sua risoluzione Zafferani ha confermato come fosse al centro del dibattito politico e del Paese.

“Venivano fuori investitori con ottimi profili e piani industriali, ma è evidente che un investitore cerca di presentarsi come il migliore del mondo ”, ha detto Zafferani comunque ribadendo che la decisione finale spettava a Banca centrale. La linea politica era certo di andare verso una scelta che non fosse “pregiudizievole per le casse dello Stato. Nessuno voleva difendere la proprietà. La Banca Centrale ci comunicò che il giudizio sull’affidabilità degli investitori era sospeso. Poco dopo venne comunicato che era stato dato diniego alla vendita”.

Poi ha aggiunto Zafferani: “Tuttora non sappiamo perché quella soluzione non fu percorsa”.

Prossima udienza fissata per il 25 maggio per l’audizione degli ultimi testimoni e, se ci sarà tempo, per l’esame degli imputati.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicata integralmente dopo le 23

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