San Marino. L’insegnante Elena Guidi: “Autosospesa per non dover assistere a quanto sta accadendo”

San Marino. L’insegnante Elena Guidi: “Autosospesa per non dover assistere a quanto sta accadendo”

Riceviamo e pubblichiamo

L’articolo 1 della nostra Dichiarazione dei Diritti afferma che San Marino in materia di tutela delle libertà fondamentali adegua le sue normative a quelle sovranazionali, citando in particolare la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo (CEDU).

Convenzione nella quale è presente l’articolo 14 – Divieto di discriminazione. “(1) (2) Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza distinzione di alcuna specie, come di sesso, di razza, di colore, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di appartenenza a una minoranza nazionale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.
Ora, in questa buia fase storica in cui il diritto non viene più riconosciuto, l’antica Terra della Libertà, con uno schiaffo sonoro ai propri Padri, finge di non aver mai sottoscritto nulla del genere, e consente che forme discriminatorie sempre più pesanti diventino prassi comportamentali, addirittura sostenute da decreti legge o da improvvisati protocolli operativi partoriti dalle “autorità” sanitarie (come quello in allegato).
Elena Guidi
Sono un’insegnante della nostra Scuola Superiore. Quest’anno mi sono autosospesa mettendomi in aspettativa proprio per non dover assistere a quello che immaginavo sarebbe avvenuto e per sentirmi ancora più libera, nel caso, di prendere le distanze.
Ragazzi non solo museruolati a mo’ di banditi per volere di un governo che – stretto tra l’incompetenza dei vertici ISS e i ricatti italiani – ha attuato politiche inutili e sbagliate ma non ha il fegato di ammetterlo ed insiste sulla stessa deplorevole strada, ma che addirittura ora vengono suddivisi in categorie e sottoposti a trattamenti diversi per il fatto di appartenere a una minoranza di cui il sistema non tollera e punisce la legittima scelta.
Da insegnante indignata vorrei chiedere:
– ai genitori (anche a quelli dei ragazzi vaccinati) di non accettare che i loro figli, e i compagni dei loro figli, vivano a scuola questo tipo di situazione; scrivete, telefonate, denunciate;
– ai colleghi ancora in servizio (anche a quelli favorevoli alla vaccinazione) di mobilitarsi a favore dell’inclusività della scuola per la quale hanno speso ore e ore di formazione imposte dallo stesso Stato che ora la rinnega;
– ai Dirigenti di dissociarsi pubblicamente da queste disposizioni e di rifiutarsi di applicarle.
Lo strapotere di un ISS cieco e sordo, ma purtroppo tutt’altro che muto, non può spingersi così oltre da far saltare in aria ogni dispositivo giuridico di tutela dei diritti della persona umana.
E noi non possiamo rimanere in silenzio quando queste cose avvengono sotto i nostri occhi.
Il 27 gennaio non è solo giorno di stipendio…
Elena Guidi
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