L’intervento: “La cancel culture e le fake news

L’intervento: “La cancel culture e le fake news

Riceviamo e pubblichiamo una nuova riflessione di don Gabriele Mangiarotti dal titolo “La ‘cancel culture’ e le ‘fake news'”:

“Mi sono sempre domandato come mai l’ideologia e il preconcetto siano così difficili da estirpare. Al punto che, se la realtà mostra il vero volto delle cose, si preferisce cancellarla piuttosto che correggersi. Basterebbe pensare a quanto accaduto negli anni passati nell’Unione sovietica. Riporto da queryonline.it: ‘Uno dei vostri modelli di riferimento potrebbe essere l’agronomo e pseudo-biologo sovietico Trofim Denisovich Lysenko. Lysenko è un fuoriclasse nel panorama storico dei manipolatori. Non si limitò a farsi amicizie influenti; assunse letteralmente il controllo di un intero ramo del governo sovietico, decidendo l’allocazione delle risorse, ritardando di decenni lo sviluppo delle scienze agricole e genetiche, denunciando e, tramite il suo sponsor Iosif Stalin, facendo persino sparire gli oppositori della sua pseudoscienza ideologica. È indubbio che Lysenko, ad un certo punto, si sia trasformato in un mostro, ma non lo fu sin dall’inizio. Allo stesso modo non era totalmente privo di credibilità scientifica… Prendete Trofim Lysenko e gli altri truffatori come un modello negativo, da non seguire. Quando la verità si abbatte sulle loro buffonate, la vera scienza prosegue imperturbata e voi potete contribuirvi’.

E sappiamo tutti che cosa ha significato l’ideologia di Lysenko per arrestare la scienza nell’Urss.

La caratteristica della ideologia sta proprio nell’affermazione di tesi che nascondono l’interesse reale che le domina. E sta nell’impedire – con tutti i mezzi – alla verità di manifestarsi.

E nel Giorno della Memoria dedicato ai trucidati nelle foibe basterebbe leggere il Comunicato dell’Anpi di Santarcangelo per avere conferma di tale ideologia negazionista e complice del male operato.

Soprattutto è quanto accaduto nei confronti del grande pontefice Benedetto XVI, accusato falsamente di avere in qualche modo voltato da un’altra parte lo sguardo di fronte alle malefatte orribili di un sacerdote pedofilo. E per questo fango buttato su un uomo di Dio si sono anche mossi uomini di Chiesa che avrebbero dovuto conoscere la realtà. Ma tant’è, il furore ideologico non risparmia nessuno.

Spiace notare che molti strumenti di comunicazione siano sordi di fronte alla verità, preferendo tacere e silenziare le voci che potrebbero fare conoscere i fatti nella loro sostanza, lasciando quindi il campo aperto per ogni speculazione e diffamazione.

Vorremmo che tutta la stampa fosse capace di dare voce imparziale alla difesa di un uomo di Dio che abbiamo avuto modo di conoscere e di apprezzare per la sua tenace fedeltà alla verità, e che non si è mai sottratto al confronto e al dialogo.

Quanti uomini della comunicazione potrebbero imparare dal suo comportamento! Mentre a volte sembrano chiusi nel loro castello senza porte e finestre, salvo che per quello che loro interessa. E spiace, francamente, che le notizie a proposito del Papa emerito non abbiano ‘bucato’ lo schermo dei tanti notiziari che, per altre ragioni, sono così prodighi nell’informarci sul nulla, dai gatti in visita in Repubblica accompagnati dal loro padrone alle blasfeme performances pseudo-battesimali di Sanremo.

È questo il tempo in cui riscoprire che, perché la nostra Repubblica permanga ‘antica Terra della Libertà’, la ricetta di Nostro Signore (‘la verità vi farà liberi’) dovrà essere presa in seria considerazione. Ed è certo che questo significherà dare spazio alle voci libere, evitando la scorciatoia della loro censura.

Se il pericolo delle fake news è conosciuto e in qualche modo gli antidoti sono sempre più presenti, la pratica della cancel culture si sta diffondendo a macchia d’olio, e sembra non avere sufficienti argini culturali per essere superata e vinta. Non smetterò di ricordare quanto il pastore Niemöller ha affermato per suggerirci il coraggio e la non rassegnazione al male: ‘Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare’.

Vivremo un’altra stagione di libertà e di confronto? Il Medio Evo era certamente più aperto”!

 

Don Gabriele Mangiarotti

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy