San Marino. Luca Guiducci: Un colpo alla Liberta’ di Stampa. SUPER. Intervista ad Antonio Fabbri

San Marino. Luca Guiducci: Un colpo alla Liberta’ di Stampa. SUPER. Intervista ad Antonio Fabbri

Oggi, martedì 3 maggio, in tutto il mondo si celebra la giornata mondiale della Libertà di Stampa. Come è la situazione nella Repubblica di San Marino emerge dalla seguente intervista. Qui le cose non vanno (Nils Muiznieks). Anno scorso al Kursaal stessa farsa (progetto liberticida pluto-Komunista).

 UN COLPO ALLA LIBERTÀ DI STAMPA

May 3, 2016 By Luca Guiducci In San Marino    

LA “LEGGE BAVAGLIO ” SULL’EDITORIA SPIEGATA DAL GIORNALISTA ANTONIO FABBRI

Ho intervistato Antonio Fabbri, segretario dell’Unione Sammarinese Giornalisti e fotoreporter (USGI) e giornalista de “L’informazione di San Marino” per sapere qualcosa in più sulla controversa legge che dovrebbe regolare l’editoria e l’informazione nel nostro Paese.

Cosa c’è che non va con la legge sulla editoria?
Questa legge ha degli aspetti che sono contrari alla libertà d’espressione, lo ha detto anche il Commissario europeo per i diritti umani, e ha evidenziato quali sono i punti, in particolare questa Autorità garante che è di nomina preminentemente politica e degli editori. Questa autorità cosa valuta? Valuta la deontologia dei giornalisti e applica delle sanzioni disciplinari. Come lo fa? Lo fa sulla base di un codice deontologico che viene elaborato e approvato dalla Consulta dei giornalisti, ma i codici deontologici non sono dei codici penali, che hanno una stretta tassatività, ma valutano il caso concreto. Quindi se c’è una minima discrezionalità anche per il giudice penale, tanto più ce l’avrà un’autorità disciplinare nei confronti dei giornalisti. Se a giudicare la deontologia dei giornalisti, cioè se questi hanno fatto bene o male il loro lavoro, sono esponenti di nomina politica e gli editori, che sono i loro datori di lavoro, ecco che la libertà del giornalista è limitata.
Perché è stata fatta questa legge?Io una idea ce l’ho e coincide, più o meno, anche con l’idea che si è fatto il Commissario europeo, e cioè che le valutazioni del Tribunale sui reati di diffamazione e sul divieto di pubblicazione si sono fatte via via meno severe e conformi ai dettati internazionali in materia. Il “divieto di pubblicazione” è un’altra anomalia presente nella cosiddetta “legge bavaglio”: è l’articolo 192bis del Codice Penale, che fa ricadere sui giornalisti la responsabilità della pubblicazione di atti coperti da segreto. Nel corso del tempo la giurisprudenza sulla diffamazione è diventata a maglie più larghe. Quindi, quando si parla di politici o comunque di personaggi pubblici, si possono fare dei commenti anche aspri e la soglia del diritto di critica si amplia molto, per cui si possono fare anche critiche molto dure. La stessa cosa vale per il divieto di pubblicazione, ci sono delle sentenze che dicono che quando c’è un preminente interesse pubblico e non vengano compromesse le indagini, anche gli atti coperti da segreto possono essere resi noti. Il problema a mio avviso qual è? Siccome in Tribunale la politica non è riuscita a spuntarla sul diritto di cronaca, ha tentato di riportare sotto la propria potestà il fatto di poter valutare l’operato dei giornalisti.
Questo non va assolutamente bene, e lo dico riferendomi a come è attualmente strutturata l’Autorità garante, a prescindere dalle persone che vi sono all’interno, che possono anche essere garantiste, ma il sistema che è stato creato serve a prospettare un controllo sulla libertà di informazione.
Va detto che, adesso, anche in tribunale c’è chi sta tentando, talvolta riuscendoci, un’altra strada per mettere a tacere i giornalisti: quella della causa civile. Si prescrive in trent’anni; non c’è limite alla richiesta danni e l’avvocato si muove meglio in un terreno dove tutto appare opinabile.
E l’Unione Sammarinese dei Giornalisti, l’USGI, cosa dice?
Ha criticato aspramente questa legge. L’USGI, di cui faccio parte e sono segretario, si è battuta molto in fase di redazione della legge per evidenziare quali erano le storture, poi evidenziate anche dal Commissario europeo per i diritti umani. L’USGI si è confrontata con il Segretario di Stato, con tutti i capi gruppo dei partiti, con i sindacati e le organizzazioni delle categorie economiche.
E loro cosa hanno detto?

A parte alcune forze di opposizione, sindacali e categorie, chi doveva portare avanti il progetto di legge ci ha di fatto detto: “Sì, su alcune cose avete ragione, ma facciamo come ci pare”

(…)

L’intero testo della intervista su  Super (http://www.super.sm/category/san-marino/)

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