San Marino. Mancato versamento del mantenimento, le due ex mogli chiedono a un imprenditore oltre 180mila euro

San Marino. Mancato versamento del mantenimento, le due ex mogli chiedono a un imprenditore oltre 180mila euro

Mancato versamento del mantenimento, le due ex mogli chiedono oltre 180mila euro. Questa la cifra complessivamente richiesta nei confronti di un imprenditore sammarinese. La difesa: “Ad impossibilia nemo tenetur, il mio assistito non può certo adempiere a tali richieste”

ANTONIO FABBRI – Si è concluso ieri con la discussione delle parti il dibattimento sul caso dell’imprenditore sammarinese accusato di non aver pagato gli assegni di mantenimento alle due ex mogli e ai rispettivi figli. Manca, a questo punto, soltanto la sentenza che il giudice Adriano Saldarelli si è riservato di pronunciare e ha già fissato per la lettura del dispositivo l’udienza del 20 ottobre alle ore 9. La vicenda, di cui si è già trattato, è complessa e vede due parti civili, la prima ex moglie, con due figli, uno dei quali oggi maggiorenne, e la seconda ex moglie, anch’essa con due figli e con la quale, tra l’altro, l’imputato ha avuto uno scambio di denunce reciproche tanto che, in un altro procedimento, è la seconda ex moglie ad essere imputata per calunnia. Era stata chiesta la riunione del procedimento per calunnia con quello in discussione, ma il giudice ha rigettato la richiesta. Dopo l’audizione della seconda parte lesa, ieri, si è passati alle conclusioni delle parti.

Le parti civili Ha esordito l’avvocato Cecilia Cardogna, difensore della prima moglie. “Non vorrei sembrare blasfema – ha detto – ma al quarto comandamento, onora il padre e la madre, andrebbe forse aggiunto anche un ulteriore comandamento: onora i figli. Vengono messi al mondo non per scelta loro, quindi si ha l’obbligo di rispettare i doveri morali, ma anche economici nei loro confronti”. Ha quindi ricostruito gli elementi del reato contestato e “ritenendo ampiamente provato il misfatto, chiedo la condanna dell’imputato al risarcimento dei danni nei confronti della mia assistita per un totale di 96mila euro, oltre a spese e onorari di costituzione di parte civile. Anche l’altra parte civile, con l’avvocato Stefano Pagliani, che assieme all’avvocato Erika Marani rappresenta la seconda ex moglie, si è associato, quanto alla sussistenza del reato contestato, alle considerazioni della collega. Ha ricostruito poi i fatti e le circostanze relativi alla sua assistita ed ha chiesto “la condanna alla pena che si riterrà di giustizia oltre al risarcimento delle somme non versate a titolo di mantenimento oltre al danno morale, calcolati complessiva- mente in 84.588”.

La procura fiscale “Le prospettazioni finora esposte trovano l’adesione della Procura fiscale quanto all’integrazione della fattispecie di reato previsto dall’articolo 233 del codice penale”, ha detto il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini. Ha poi sottolineato che “la storia personale di quello che è accaduto tra i coniugi, rileva relativamente, ma quello di cui occorre tener conto in maniera preponderante è il mantenimento dei figli”. Ha poi evidenziato che alcune circostanze dimostrano come l’imprenditore avesse le disponiblitià per versare il mantenimento e ha citato una spesa di 531 euro presso un ristorante o il versamento di 300 euro al mese per acquistare pubblicità su un sito Internet. Il Pf, per i due procedimenti, ha quindi chiesto complessivamente una condanna a 2 anni prigionia e l’interdizione per 4 anni, oltre a chiedere le spese di giustizia.

La difesa dell’imputato “Non ho l’ardire di sostenere che il mio assistito sia il miglior padre del mondo – ha detto l’avvocato Gian Nicola Berti – Ma un conto è la capacità di essere padre, altro è la responsabilità penale”. Il legale ha poi sottolineato la diversità dei rapporti tra la prima ex moglie e la seconda, quest’ultima anche amministratrice a suo tempo di società allo stesso imputato riconducibili e protagonista con lo stesso di un complesso contenzioso legale. Ricostruite dall’avvocato anche le vicende lavorative e di impresa sottolineando anche le situazioni di difficoltà economiche attraverso le quali è passato il suo assistito. “Non è vero che faccia una vita da nababbo”, ha aggiunto. Ha anzi sottolineato che il suo assistito nel periodo contestato non avesse proprio la possibilità di pagare. “Pertanto noi ci rimettiamo a giustizia nella consapevolezza che ad impossibilia nemo tenetur”, ovvero nessuno è tenuto a fare l’impossibile, nel caso specifico, quindi, ad onorare i suoi obblighi se impossibilitato a farlo. “La situazione del mio assistito non è sicuramente la posizione di una persona che può adempiere alle richieste di decine di migliaia di euro che abbiamo ascoltato oggi”, ha concluso l’avvocato Berti.

Il giudice Saldarelli si è appunto riservato la decisione che pronuncerà il 20 ottobre alle ore 9.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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