San Marino. Mazzini, conferma delle condanne richiesta da avvocatura e procura fiscale

San Marino. Mazzini, conferma delle condanne richiesta da avvocatura e procura fiscale

Mazzini, l’avvocatura e la procura fiscale chiedono la conferma delle condanne

Contestate tutte le tesi delle difese sulla nullità del processo

Antonio Fabbri

Dopo le numerose udienze che hanno riguardato le tante questioni preliminari, di nullità, di legittimità e di costituzionalità, sollevate dalle difese degli imputati, ieri si è entrati nel vivo della fase finale del processo di appello con le conclusioni della Avvocatura dello stato e della Procura fiscale. 

Integrazione dell’ordinanza di Caprioli In apertura di udienza il giudice Francesco Caprioli ha dato risposta alle richieste delle difese formulate nell’udienza scorsa. Ha quindi integrato la propria ordinanza disponendo l’acquisizione della documentazione a corredo della relazione della Commissione di inchiesta su BancaCis, già acquisita agli atti. Il giudice ha accolto la richiesta di acquisizione documentale del cosiddetto “memoriale D’Addario” e delle audizioni delle persone sentite dalla Commissione – lo stesso D’Addario, Gianatti, Stefania Lazzari, Daniele Guidi e i Commissari Buriani e Felici – audizioni delle quali tuttavia non sono ancora disponibili i verbali di escussione e la trascrizione delle stesse.  Sono state pertanto trasmesse al tribunale le registrazioni audio di cui le difese possono avere copia.

Ulteriore richiesta di rinvio Il Giudice ha poi rigettato l’istanza dell’avvocato Stefano Pagliai per conto del suo assistito Claudio Podeschi, di sospendere il processo finché non si fosse concluso il nuovo procedimento innescatosi con la denuncia di Podeschi contro il Commissario Buriani sulla base delle affermazioni di D’Addario in Commissione di inchiesta. Richiesta sempre dal legale di Podeschi di un termine a difesa vista comunque la nuova acquisizione.

Anche tale richiesta è stata rigettata. Ha contestato il rigetto del termine a difesa l’avvocato di Giuseppe Roberti, Rossano Fabbri. Affermando non esserci motivo di urgenza per procedere con le udienze.

Il Giudice, pur disponendo procedersi oltre con le conclusioni dell’avvocatura, ha poi comunque deciso di annullare le udienze della prossima settimana anche per dare tempo di trascrivere le conclusioni di Avvocatura e procura fiscale, aggiornando il processo al 9 dicembre.

Le conclusioni dell’Avvocatura dello Stato E’ toccato all’Avvocatura dello stato aprire gli interventi conclusivi delle parti. L’avvocato Alessandro Monteleone ha trattato in particolare alcuni aspetti contenuti nei motivi di appello. Il primo, la solle- vata indeterminatezza del capo di imputazione. “Non c’è stata alcuna violazione delle norme sammarinesi né della Cedu”. Per l’avvocato di parte civile, alla luce di queste fonti normative “la deduzione delle difese è monca, perché non c’è alcuna indeterminatezza considerato che gli atti del fascicolo vanno valutati nel loro complesso”. E in questa valutazione complessiva non c’è stata violazione del diritto di difesa, sostiene l’avvocatura. “Il materiale del processo – ha detto l’avvocato Monteleone – è stato posto in tempo utile a disposizione di tutti gli appellanti. Quando hanno ricevuto il decreto di citazione, hanno avuto tutto il tempo per indurre prove testimoniali e per difendersi. Proprio questa è la prova effettiva della determinatezza del capo di imputazione, perché inducendo i testimoni tutti hanno dimostrato di conoscere il thema decidendum, e di poter rappresentare le tesi opposte alla accusa. Non c’è quindi indeterminatezza, anzi, c’è completezza e specificità”.

Il denaro la spia dell’associazione a delinquere Altro punto trattato dall’avvocato Monteleone, la contestaziondelle difese sulla sussistenza dell’associazione a delinquere. Sul punto si è polemizzato molto, “ma le polemiche non hanno spento il protagonista assoluto di questo processo: il denaro, Al centro c’è il danaro e la sua circolazione. Accanto al danaro ci sono i grandi contenitori che regolano e accompagnano la circolazione dei soldi: Bcs; Finproject, Penta immobiliare, la Fondazione. Attorno a questo lavorano alcuni personaggi: vertici apicali della banca, vertici apicali della fondazione; vertici apicali della politica. Quanto dura la circolazione di questo danaro? Il giudice Felici fa i conti: stando bassi dura 10 anni. Abbiamo danaro che circola per ampio arco temporale. Seconda domanda: è molto o è poco questo denaro? Dalla mera lettura ultimo rapporto dell’Agenzia di informazione finanziaria, il dato emerge chiaramente. L’impatto numerico di milioni e milioni di euro è stato diligentemente rico- struito dalla polizia giudiziaria. Altra caratteristica su cui non v’è risposta nelle impugnazioni: come circola il denaro? E’ tracciabile? Identificabile? Si comprende perché Tizio consegna milioni di euro a Caio? Ma qualche imputato in maniera convincente è mai venuto in udienza a dimostrare la causale della circolazione di denaro? Il giudice Felici ci dice nella sentenza che, quanto a giustificativi sui passaggi di denaro, non vi è assolutamente nulla. Vi è poi il silenzio dei mega imprenditori nazionali o sovranazionali, che hanno investito milioni e milioni in progetti abortiti. Questa non è una tesi di questa procura. Sono i fatti”. Su questo “c’è il silenzio totale degli imputati”

Le 241mila operazioni bancarie Poi insiste l’Avvocatura: “Come circola questo denaro? Il giudice Felici lo ha ricostruito libretto per libretto, operazione per operazione. Abbiamo oltre 50 libretti aperti dall’anagrafica Mazzini, con nomi dai fiori agli animali. Ma il dato che nel processo interessa è la frammentazione vorticosa di queste somme di denaro. Polverizzare in centinaia di operazioni. Addirittura la polizia giudiziaria indica 241mila operazioni bancarie. Qual è l’intento che regola e ispira questa attività? Spegnere la spia luminosa di un danaro che non ha alcuna causale alle spalle”.

Quindi aggiunge “Il ragionamento del giudice i primo grado non è stato minimamente scalfito dall’atto di impugnazione degli imputati”.

L’associazione e suoi uomini nell’amministrazione A ricostruire per l’Avvocatura singoli casi contestati di riciclaggio, è l’avvocato Sabrina Bernardi che ha richiamato le singole contestazioni, ma anche i personaggi collaterali e dell’amministrazione pubblica, di cui la contestata associazione a delinquere si è servita per attuare gli scopi contestati. “Ingenti somme di denaro che vediamo a un certo punto sotterrarsi ed entrare in una sorta di giacenza per poi riaffiorare, dopo diverse movimentazioni apparentemente prive di logica, arrivare a destinazione e poi trasformarsi anche in investimenti immobiliari nelle mani di politici. Dalla sentenza e dagli episodi indagati dal giudice di primo grado, emerge la modalità seriale con cui l’associazione ha operato nel corso del tempo”, ha detto l’avvocato Bernardi che poi ha citato tre episodi: Nuova Banca Privata, diventata poi Credito sammarinese; Uninvest e la vicenda di Tcom e delle telecomunicazioni.

“Le modalità operative dell’associazione erano sempre le stesse”, ha ricostruito l’avvocato Bernardi: richiesta di licenza da parte degli interessati; diniego; licenza poi concessa ad altri sog- getti; acquisto da questi da parte degli interessati e i pagamenti fatti tramite libretti e il denaro che finiva nella disponibilità di chi nulla c’entrava con l’operazione iniziale, ma beneficiario, secondo l’accusa, in quanto legato alla contestata associazione a delinquere. “Questi scopi non sarebbero stati raggiunti se l’associazione non avesse piazzato nell’amministrazione i suoi uomini”. Le provviste “sono di sicura derivazione illecita. Tutte queste provviste riemergono come un fiume carsico, in prossimità della scadenza prevista per legge sul divieto dell’utilizzo dei libretti al portatore. L’espediente viene trovato nella finanziaria di fiducia, Finprojet, attraverso mandati fiduciari”, detto l’avvo- cato Sabrina Bernardi.

Non c’è “nullità totalitaria” Sugli argomenti di impugnazione più strettamente di diritto è entrata l’avvocato Antonella Monteleone contestando l’asserita nullità dell’istruttoria e del dibattimento di primo grado. “Le difese formulano una contestazione totalitaria di nullità – ha detto – C’è una metodologia che accomuna tutte le difese evidenziata fin dal dibattimento di primo grado. Questa tecnica di contestazione totalitaria è stata ripresa nei motivi di appello. Le difese sostengono la diffusività delle nullità istruttorie che, ammesso che ci siano ma noi riteniamo che non sia così, si sarebbero trasmesse al rinvio a giudizio per arrivare fino al nullità della sentenza di primo grado”. L’avvocatura sottolinea che le difese ignorano “la valenza della rinnovazione di tutte le prove, con le garanzie applicate a contraddittorio, avvenuta in primo grado. Questa rinnovazione dei mezzi di prova che il giudice Felici ha inteso fare nel processo, non ha mai trovato l’opposizione delle difese che oggi invece vorrebbero sostenere la diffusività della nullità. Una nullità totalitaria, quella che vorrebbero, che mira alla distruzione di un processo enorme che ha visto la profusione di risorse e indagini. Questo processo, invece, non merita di essere distrutto”.

Tra l’altro “le difese – ha aggiunto – nulla hanno sollevato in dibattimento di fronte alla rinnovazione delle prove, salvo poi sostenere nei motivi di appello che sarebbe un escamotage Invece, va detto, si è formato un contraddittorio pieno al quale le parti hanno partecipato con tutte le garanzie del caso”.

Trattato anche il tema del riciclaggio tramite occultamento di denaro che, per le difese, dovrebbe essere considerato reato istantaneo, mentre nella norma e nella giurisprudenza sammarinese si configura come un reato permanente. Una questione di diritto, ma che, a seconda di come viene applicata, ha un rilievo notevole, dato che a seconda di come viene considerata la condotta di occultamento, dipende la prescrizione o meno del reato. Quanto al danno l’avvocatura ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, che aveva condannato in solido gli imputati al risarcimento a favore dell’Eccellentissima Camera da quantificare in sede civile, fissando una provvisionale di un milione di euro.

La Procura fiscale La procura fiscale premettendo di richiamarsi alle memorie di appello per evitare di duplicare considerazioni già presentate per iscritto, ha comunque tracciato il quadro normativo e storico-so- ciale nel quale secondo l’accusa si sono svolti i fatti. “Il giudizio di primo grado ha messo in luce le condotte poste in essere da esponenti politici, liberi professionisti e altri soggetti – ha detto il Pf Giorgia Ugolini – C’è poi la banca per giustificare l’imponenza delle movimentazioni e i fondi dei singoli, incompatibili con le entrate di ciascuno e con il ruolo pubblico ricoperto. La sentenza ha fatto emergere quella che era fino a quel momento la “vox populi”. Così è emerso il mercato del voto, prezzo da pagare per un impiego a tempo indeterminato nella Pa o per un concessione edilizia o un qual- siasi altro favore. Unico modo per ottenere licenze o quanto spettasse di diritto era il rilascio di tangenti, anche di importi minori. Consuetudini per ottenere dei favori. I ruoli apicali potevano esser ricoperti solo da amici o da amici di amici. I fatti e atti del processo hanno confermato che quelle voci erano fondate”, ha detto il Pf Ugolini.

“Noi qui rappresentiamo lo Stato e quei cittadini sammarinesi che non si sono arricchiti a discapito della collettività, che non delinquono. Siamo qui affinché non abbia ragion d’essere quella insofferenza riportata nella vox populi verso un preteso lassismo della giustizia la quale talvolta non tutelerebbe in maniera adeguata chi si è comportato bene perché chi delinque riesce a scivolare tra le maglie di una giustizia imbelle”.

Poi ha posto l’attenzione sui fatti. “Nella sentenza di primo grado sono anche stati graficamente riassunti in una tavola sinottica – ha detto Ugolini – Nelle ultime udienze ci pare si siano fatte divagazioni e si siano abbandonati i fatti riportati nei capi di imputazione e nella sentenza. Quei fatti sono accaduti e questo rimane vero”. Anche il Pf ha po- sto l’accento sull’occultamento nel reato di riciclaggio.“Il Legislatore ha da tempo chiarito che non è condotta che si esaurisce una tantum, ma con la persistenza del compendio illecito in condizione diversa dalle ordinarie modalità di detenzione, la condotta temporalmente continua. Sul punto è già stata citata giurisprudenza più rilevante. Qualsiasi atto di occultamento si configura come condotta permanente, dal momento iniziale finché venga interrotta”, ha specificato il Pf che ha poi ri- chiamato il percorso normativo che ha portato San Marino, negli anni, all’uscita dalla procedura rafforzata Moneyval proprio per le norme adottate e l’effettività delle stesse.

“La Procura fiscale – ha aggiunto il Pf Roberto Cesarini – rileva ancora una volta che quella che è stata fino a questo momento linea difensiva degli appellanti, nel merito fa emergere ben poco, come si nota anche negli atti di appello. Chiedono la nullità, l’illegittimità degli atti, riscontri a tesi che sono il frutto di quella strategia che sempre ha coinvolto questo procedimento penale, fin dal primo grado, cioè quella di difendersi dal processo. Lo ribadisco”.

Richiamo anche ai recenti fatti da parte del Pf Cesarini. “C’è agli atti una frase registrata, nella quale alcuni degli imputati affermavano che si doveva fare di tutto per tornare in auge, e arrivare a dire ‘aridatece i puzzoni’, che erano più bravi… forse ad associarsi per delinquere? Insomma, si dà conto di quella che era una organizzazione ben strutturata, con personaggi con compiti precisi e condotte che realizzano quei reati fine alla base dell’origine delle varie somme. Somme confluite al collettore di tangenti, che era Roberti, sul conto cosiddetto Mazzini. Ha gestito queste somme che poi, guarda caso, sono state pagate ad altre persone, che magari nulla c’entravano con le operazioni dalle quali queste somme derivavano. Mi chiedo se certi atteggiamenti, certe nuove iniziative siano sempre solo finalizzate a fare in modo che questo processo non vada avanti. E me ne aspetto sempre di tutti i colori, in una situazione nella quale il tribunale non si può permettere di perseguire certi personaggi, perché non si può giungere a delle decisioni, a delle confische conseguenti a sanzioni per reati così gravi. Lo dico forse un po’ demoralizzato dal fatto che, adesso, vediamo ci saranno altri casi diversi per i quali sarà necessaria una istruttoria, un procedimento che arrivi anche quello a decisioni, ma collegamenti non ne ha con questo processo. Quindi non si può dire ‘adesso ci sono quelli, e questi non sono processabili’. Ma voglio parlare di diritto e non andare oltre”.

Così il Pf ha e esaminato le contestazioni e fatto il calcolo della possibile prescrizione che, per quanto riguarda l’associazione a delinquere dovrebbe arrivare nel novembre 2022, mentre gli episodi di riciclaggio contestati andranno valutati caso per caso, considerate anche le aggravanti, con il rischio prescrizione per i più risalenti. Chiesta comunque la conferma della sentenza di primo grado. Conclusa nel pomeriggio l’udienza di ieri, il processo riprenderà il 9 dicembre, con le conclusioni delle difese di Claudio Podeschi e Stefanos Balafoutis

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