RASSEGNA STAMPA
Tante sono le motivazioni che spingono una vittima di molestie sul lavoro a scegliere il silenzio. Vergogna, paura e rassegnazione sono sentimenti comuni. Le vittime spesso non denunciano l’accaduto perché temono di non essere credute e, allo stesso tempo, hanno paura, soprattutto delle possibili ritorsioni professionali e dell’isolamento sociale. A causa dell’esitazione delle vittime a denunciare questi spiacevoli avvenimenti, la Centrale Sindacale Unitaria ha lanciato lo scorso 8 marzo un questionario anonimo intitolato ‘L’8 contro violenza, molestie e discriminazioni sul lavoro’. Il questionario è stato disponibile online per tutto il mese scorso sui siti ufficiali di CSdL e CDLS. A rispondere alla chiamata in 262, prevalentemente donne, che hanno permesso alla CSU di avere una prima percezione di un fenomeno che si è sempre consumato nell’ombra. “L’iniziativa – scrive la CSU in una nota – aperta a tutte le persone, lavoratrici e non, era composta da ventiquattro domande a risposta chiusa e due a risposta aperta, con l’obiettivo di raccogliere dati utili a supportare le azioni sindacali di contrasto alla violenza, alle molestie e alle discriminazioni nei luoghi di lavoro, nonché a orientare le future attività di formazione e informazione. La CSU ci tiene a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’indagine, ribadendo il ruolo chiave che le testimonianze dirette possono giocare nel combattere violenze e molestie dentro e fuori dai luoghi di lavoro, per aiutare un cambiamento culturale di cui si ha un disperato bisogno”. (…)
Articolo tratto da L’informazione di San Marino