La vera svolta per la Repubblica di San Marino è avvenuta nel 2008 attraverso il Moneyval, ha affermato il Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici, a quanto riporta Smtv San Marino.
Il 9 aprile di quell’anno Giakomopoulos e Jhon Rigghutt,
rispettivamente direttore del servizio di ‘Monitoring’ e segretario esecutivo
del Moneyval, hanno ‘sorpreso’ Fiorenzo Stolfi, Segretario di Stato per gli
Affari Esteri (a Strasburgo per altre ragioni), per comunicargli formalmente
l’avvio della procedura di infrazione.
Un po’ come quando si deve ricorrere ad uno stratagemma per consegnare una
notifica.
In effetti l’avviso al governo sammarinese era già stato
consegnato -e consegnato proprio a San Marino- il 7 marzo del 2007 al termine dei lavori di un gruppo di
valutatori: su un prontuario di 49 punti predisposto dal Gafi (gruppo d’azione
finanziaria internazionale), la Repubblica di San Marino aveva ottenuto in 20
casi il giudizio ‘NC’ (non conforme) e negli altri 29 casi il giudizio ‘LC’
(quasi conforme) o ‘PC’ (parzialmente conforme).
E all’inizio dello stesso 2008 un altro segnale negativissimo: quello di Re Nero o Mutandopoli, come aveva messo subito in evidenza, per i possibili riflessi internazionali, Stefano Macina, nella sua qualità di Segretario di Stato alle Finanze.
Da allora San Marino non si è più ripreso. Perché le riforme attuate, anche pesanti, hanno avuto come handicap la necessità della casta di proteggere se stessa, come del resto si evince, anche in questi giorni, dalla vicenda Conto Mazzini.
Vicenda che si sospetta ormai essere in qualche modo collegata all’operazione sarcofago: centinaia di milioni di euro pubblici buttati in banche, senza alcuna concreta predisposizione per il recupero.
Di seguito l’incipit dell’articolo di Smtv San Marino citato
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