L’Informazione di San Marino
Mose2, ripreso il processo il 20 novembre le conclusioni
Ripreso ieri il processo sammarinese sulla creazione di fondi neri per la tangentopoli veneta
Agente della Gdf di Venezia: “Quasi tutte le fatture emesse dalla Bmc Broker erano false”
Antonio Fabbri
Nuova udienza per il cosiddetto Mose2, filone sammarinese legato alla tangentopoli veneta che vedeva proprio il Titano bacino per incamerare fondi neri poi utilizzati per pagare le mazzette.
Nel processo sammarinese in corso davanti la Giudice Roberto Battaglino, sono imputati Piergiorio Baita, ex amministratore della Mantovani; Claudia Minutillo, ex segretaria dell’allora governatore del Veneto Giancarlo Galan; William Colombello, ex console del Titano e amministratore della Bmc Broker, società sammarinese che emetteva le fatture per giustificare il trasferimento di fondi. A tutti e tre gli imputati è contestata l’associazione a delinquere. Baita e Minutillo devono poi rispondere di appropriazione indebita dei fondi della Mantovani. Colombelli, invece, è accusato di riciclaggio, di false fatturazioni e di false dichiarazioni di privato a pubblico ufficiale.
Diversi i testimoni sfilati nella giornata di ieri davanti al giudice, al Procuratore del Fisco, Giorgia Ugolini, e agli avvocati difensori e di parte civile.
Primo ad essere ascoltato il maresciallo della Guardia di Finanza di Venezia, Andrea Paternoster. Ricostruito il meccanismo che veniva utilizzato per creare fondi neri.
“A fronte fatture per operazioni inesistenti emesse dalla Bmc Broker, venivano versati sui conti della società i soldi. Poi subito, il giorno stesso oppure uno o due giorni dopo, veniva effettuato un prelievo in contanti di quasi tutto l’importo, salvo un 15-20% della somma pagata. Questo 80% rientrava in Italia veniva consegnato alla società e destinato a soggetti politici, per la nota vicenda del Mose”.
Il maresciallo della Gdf ha aggiunto che “pressoché tutte le fatture emesse dalla società di Colombelli erano inesistenti. Eccezion fatta per quella relativa all’organizzazione di un evento fieristico. Una fattura da 60mila euro circa a fronte di movimentazioni complessive di circa 10 milioni di euro, di cui circa 9 verso Mantovani. Torna anche la vicenda del famoso bonifico di 1,2 milioni alla finanziaria infrastrutture. Poi trasferito in parte in Svizzera, per la quota di Colombelli, e in parte sotto sequestro. L’avvocato di Colombelli, Filippo Cocco, nel formulare le gomande al testimone ha riferito che in prima battuta quei soldi in svizzera erano stati posti sotto sequestro su richiesta di dell’autorità giudiziaria italiana, che poi ha disposto i dissequestro in quanto non oggetto del procedimento poi conclusosi in Italia con il patteggiamento.
Ascoltati come testimoni anche il direttore dell’Ufficio tributario, Ida Valli, che ha riferito come dal punto di vista fiscale, l’operatività della Bmc Broker sia stata corretta. Ora in liquidazione, ora ha pendenze verso l’erario di 8-900 euro circa.
Sentito anche il vice direttore dell’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Muccioli, che ha ricostruito le movimentazioni delle somme. Ascoltata poi la dottoressa Stefania Gatti, liquidatore della Finanziaria Infrastrutture di Colombelli e Minutillo. Ha testimoniato anche la ex dipendente della Bmc Broker, Vanessa Renzi, che ha confermato le dichiarazioni già rese davanti all’autorità giudiziaria italiana e agli atti anche del processo sammarinese.
Resta da ascoltare, come testimone, Nicolò Buson, ex contabile della Mantovani, impossibilitato ad essere presente ieri. Udienza fissata per il 10 ottobre nella quale si procederà anche all’eventuale interrogatorio degli imputati o dichiarazioni spontanee. Poi per il 20 novembre le conclusioni.